A cura di Dott. LORENZO RANIOLO (Gela/CL)
– dott.lorenzoraniolo@tiscali.it
– Editorialista de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana.
<Primarie PD: in Sicilia vince Elly Schlein col 57,3%: nell’Isola sono stati oltre i 55 mila i votanti.>
Elly Schlein vince nelle federazioni provinciali di Siracusa, Palermo, Enna, Catania, Caltanissetta, Trapani mentrre Bonaccini prevale ad Agrigento, Ragusa, Messina.
La nuova Segretaria del P.D. aveva deciso di aprire e chiudere la sua campagna elettorale proprio nel capoluogo siciliano con una manifestazione a Villa Filippina.
I dati per provincia: Agrigento: Bonaccini 2.801, Schlein 2.493.Caltanissetta: Bonaccini 1.963; Schlein 2.945.Catania: 9.352 votanti; Schlein 6.299, Bonaccini 3.027.Enna: Bonaccini, 2.385, Schlein 4.102; Ragusa: Bonaccini 2.687, Schlein: 1.356. Palermo: 10.145 votanti: Bonaccini 3.658; Schlein 6.487; Messina: Bonaccini, 3.062; Schlein 2.809. Siracusa: Bonaccini 2172; Schlein 2786. Trapani: Bonaccini 1.650; Schlein 2.167. (fonte PD).
L’elezione di Elly Schlein a segretaria del PD rappresenta un elemento di forte novità e immette elementi significativi di dinamismo politico nello scenario nazionale, ed anche “dentro” il PD. Ed è un fatto positivo aperto a sviluppi politici inediti.
È vero, è la prima volta che il voto “aperto”, oltre gli iscritti al partito, hanno votato in tanti non iscritti, certamente attratti dalla figura della candidata, ribalta ciò che era avvenuto nella prima votazione (riservata ai soli iscritti al partito) in cui aveva vinto Bonaccini.
Ma occorrerebbe segnalare per certi versi il paradosso verso cui s’era avviato il PD con la sua nascita, facendo propria la logica e il criterio di far scegliere col voto dei non iscritti il proprio segretario (davvero inusuale e improprio), al punto che le primarie aperte agli “esterni” determinarono, a suo tempo, l’effetto della vittoria di Renzi che, se pur era esponente del PD, in quella stagione di “crisi” e “stallo” del partito, riuscì ad essere eletto, raccogliendo consensi di un elettorato diverso (“di centro”) di non iscritti, connotando una inedita stagione di trasformazione politico-culturale tesa a “chiudere” la pagina del vecchio gruppo dirigente “classico” (novecentesco) della sinistra.
Come si è visto, nell’epilogo – un po’ triste e fallimentare – che ha preso la “vicenda renziana”, anche quella stagione politica si è esaurita, mentre il “nuovo inizio” segnato dal successo di Elly Schlein è di fronte alla possibilità di segnare una fase inedita sia per il nuovo PD che per la scena politica nazionale.
SBAGLIA, chi sostiene che con la Schlein “hanno vinto gli apparati” o il vecchio ceto politico sol perché Franceschini e company hanno sostenuto quest’ultima.
Non è questo dato che sta dietro l’ampia esigenza di rinnovamento di giovani, donne e cittadini che hanno deciso di partecipare alle primarie, votando per lei.
Anzi, adesso, c’è da augurarsi che il ruolo di direzione che la Schlein eserciterà possa spingere diverse decine di migliaia di queste persone ad iscriversi al PD non solo per rinsaldarne il peso, ma per arricchire la capacità di produzione programmatica e vitalizzare la capacità di azione politica e di “relazione” del PD con la società, invertendo il clima di “cupio dissolvi” di questi mesi post 25 settembre, dopo la debolezza, le incertezze e la confusione politica della stagione Zingaretti-Letta.
Si può riaprire una nuova partita per la sinistra e per il centro-sinistra intero. Va superato lo “scarto” tra partito e società. Serve nuova linfa culturale e politica, liberare il PD dal peso ingombrante di aree, correnti, gruppi consolidati, che in questi decenni di lento ma progressivo declino politico – da Roma ai territori locali – hanno stretto il partito nella contesa di poche spoglie di potere.