A CURA DI DOTT. FERNANDO CIARROCCHI (ASCOLI PICENO)
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Editorialista de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana
Coordinatore della Redazione giornalistica de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana
< Prof. Domenico Lamorte (Resp. nazionale Welfare della Democrazia Cristiana): “Urge un ritorno ad un’economia che abbia al centro la Persona !” > * SECONDA PARTE *
Abbiamo incontrato il prof. Domenico Lamorte, di Rionero in Volture, in provincia di Potenza, a pochi giorni dalla prestigiosa nomina quale Segretario nazionale del dipartimento welfare, problematiche sociali, volontariato, terzo settore della Democrazia Cristiana, conferitagli dal Dott. Angelo Sandri, Segretario politico nazionale della Democrazia Cristiana italiana.
Il Prof. Domenico Lamorte è un profondo conoscitore di queste problematiche essendo stato per lungo tempo Segretario nazionale della F. E. A. V. – Terzo Settore (Federazione Europea Autonoma del Volontariato – Terzo Settore)
Attualmente il Prof. La Morte è Presidente Emerito della F. E. A. V.
D) I giovani, la disoccupazione giovanile e non solo, sono piaghe sociali che frenano lo sviluppo: ha una proposta utile per contribuire alla soluzione del problema ?
R) Al centro del dibattito politico nazionale e regionali sui problemi delle giovani generazioni, vi è in questi ultimi anni l’importantissimo tema dell’occupazione giovanile.
Si tratta di un problema che è diventato indubbiamente più risonante, da quando è iniziato il progressivo deterioramento della situazione economica del Paese, con l’aumento costante dell’inflazione e la perdita di interesse verso chi non è ancora inserito nel mondo del lavoro da parte delle organizzazioni sindacali sempre più impegnate nella difesa dei posti di lavoro già occupati.
Le regioni del Mezzogiorno d’Italia sono da anni le più colpite da questa crisi occupazionale a cui si è aggiunta una forte emigrazione giovanile verso le regioni del Nord, creando uno spopolamento dei piccoli centri e borghi tale da svilire l’eventuale sviluppo territoriale.
Difronte a cifre indiscutibili, che peraltro fornisce il Ministero del lavoro e della massima occupazione, che diventano sempre più allarmanti, non si può rimanere insensibili e zittire, come si trattasse di cosa di poco conto.
Anzi è nostro preciso dovere riportarle, non per semplice esigenza di riferire, ma per ricordare a chi di competenza a Roma, come ai livelli territoriali regionali, che bisogna correre ai ripari, subito ed in modo adeguato.
La mia proposta è sempre quella della sinergia tra istituzioni, parti sociali ed imprese per la creazione di una serie di iniziative cooperativistiche e consortili, non concorrenti tra loro.
Fare questo significa sviluppare il principio della mutualità e della partecipazione, risolvendo così i problemi economici del singolo e dare un avvio alla soluzione del problema occupazionale.
D) Il Terzo Settore, le Associazioni, hanno un ruolo importante nel contesto sociale. Come valuta la recente riforma del Terzo Settore cui gran parte delle Associazioni dovranno adeguarsi?
R) L’aggettivo “Terzo” si riferisce alla distanza che intercorre rispetto al mercato, da un lato, e allo Stato, dall’altro, a indicare che si tratta di una soluzione che non è totalmente privata, ma neppure assimilabile al pubblico; che non persegue un interesse particolare ed al contempo non può essere intesa come surrogato delle istituzioni pubbliche.
Anche la dizione “Non profit” che mette in luce la dimensione della non distribuzione degli utili, tra i soggetti che compongono l’organizzazione.
Un’ulteriore importante legittimazione è rintracciabile nella disposizione contenuta all’ultimo comma dell’art.118, che riconosce e disciplina il principio di sussidiarietà orizzontale in forza del quale “Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni, favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di interesse generale, sulla base del principio della sussidiarietà.
È motivo di soddisfazione sapere che nel febbraio 2011, il Consiglio d’Europa, ha avviato il progetto denominato “Responsabilità Sociale Condivisa”, rivolto al mondo dell’impresa nel quale si riconosce il ruolo coessenziale dei soggetti del Terzo settore.
Per sua natura, il Terzo Settore è un generatore di economia di agglomerazione.
Non si può non tenere conto di fare rete con altri soggetti pubblici o privati per il raggiungimento di obiettivi comuni, promuovendo quel modello di sussidiarietà che si chiama circolare e che costituisce, oggi, la versione più avanzata e più promettente di risultati positivi di sussidiarietà.
L’idea è di mettere in intestazione i tre vertici del triangolo: Enti pubblici, mondo delle imprese, società civile organizzata per arrivare a dare corpo a quel modello di amministrazione condivisa, che a tutt’oggi solo pochissime realtà territoriali sono riuscite ad attuare.
In conclusione non vi è bisogno di grande esperienza per comprendere che solo il Terzo Settore può svolgere il ruolo di attivatore e facilitatore di tale interazione.
Professore la ringraziamo per la disponibilità e le auguriamo buon lavoro nella Democrazia Cristiana per il bene del paese.
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