Prof. Eraldo Rizzuti (D.C. Calabria): è ora il momento della responsabilità !

Prof. Eraldo Rizzuti (D.C. Calabria): è ora il momento della responsabilità !

Prof. Eraldo Rizzsuti (D.C. Calabria): è ora il momento della responsabilità !

Al centro il Prof. Eraldo Rizzuti .

Proseguiamo con estremo interesse il nostro colloquio con il Prof. Eraldo Rizzuti(di Rende in provincia di Cosenza) che ringraziamo si da ora, ancora, per la sua disponibilità e umanità. Attuale Segretario politico regionale della Democrazia Cristiana della Regione Calabria. Ha ricoperto in questi anni vari incarichi di rilievo a livello territoriale, regionale e nazionale.

Attualmente è anche componente del Consiglio Nazionale e della Direzione Nazionale della Democrazia Cristiana.

Esponente di spicco della resistenza  democristiana. Geologo, scrittore, studioso, impegnato da sempre  nel mondo cattolico.

D) L’Italia con la globalizzazione ha dovuto affrontare una crisi economica più che evidente. E i governi?

R) Tutti i governi che si sono succeduti hanno promesso di fare e non hanno mai fatto e deciso nulla per far uscire l’Italia fuori da questa crisi voluta dalla globalizzazione che diventa sempre di più incontrollabile. Questo significa che altri sono i luoghi delle decisioni e non il Parlamento. Il quarto di secolo liberal- capitalistico appena trascorso, ha consolidato sempre di più l’ascesa dei poteri forti e delle corporazioni iniziata già dal lontano 1982.

D) In questo contesto il ruolo dell’Europa?

R) In questa Europa Unita gli italiani hanno pagato e pagano ogni giorno un caro prezzo, mentre per la Francia e la Germania il cambio della moneta è stato paritario: un franco- un euro e un marco- un euro, per l’Italia duemila lire un euro, di colpo si è svalutata la lira del 100%. ed abbiamo impoverito gli italiani onesti. Il dramma è che l’economia dell’Europa pesa molto sulle spalle degli italiani i quali danno all’Europa annualmente circa 22 miliardi di € e ne ritornano per investimenti solo 11- 12.

D) Dunque un forte disallineamento?

R) Non si può continuare così, la BCE è sostenuta dalle nazioni più deboli: Grecia, Italia e Spagna. L’Europa è unita, ma agli europei non vengono riconosciuti gli stessi stipendi e le stesse aliquote sulle tasse. Questa crisi, frutto di una politica europeistica superficiale e affrettata, ha spinto, con l’entrata in vigore dell’euro, i paesi, ed in particolare l’Italia, ad adeguarsi ad un valore dell’euro doppio di quello reale; infatti gli stipendi degli italiani sono i più bassi d’Europa, (la metà dei tedeschi) il risultato scontato é che l’economia italiana è scarsamente competitiva rispetto ai mercati esteri.

D) Non dimentichiamo la pressione fiscale interna 

R) Se si aggiunge che la pressione fiscale è la più alta d’Europa, la conseguenza è che gli italiani sono i più poveri perché meno pagati di tutti i colleghi dei paesi europei ed hanno pensioni da fame. Al contrario, i politici italiani sono diventati una classe con diritti esclusivi, chiedono sacrifici immediati ai cittadini, ma loro non sono disposti a rinunciare a nessun privilegio e non si vergognano. A tutto questo bisogna aggiungere il grido di dolore della Corte dei Conti che ha denunciato come gli arricchimenti illeciti siano ormai fuori controllo e la giustizia spettacolo che parte a razzo. Dall’invenzione di mani pulite, la situazione è   peggiorata, l’Italia è sempre di più in mano ai poteri forti che controllano l’economia. Le sovranità nazionali non esistono più e solo pochi decidono le sorti delle Nazioni. Che mani pulite sia stata una invenzione diabolica e premeditata per cancellare la sovranità popolare, ne è stata la prova che il malaffare e la corruzione dopo il 1994 si sono moltiplicati. Qualcuno aveva ipotizzato che il finanziamento pubblico dei partiti avrebbe arrestato questo fenomeno e che la seconda repubblica avrebbe diminuito il numero dei partiti. Il Popolo ha creduto che mani pulite (che bel termine !!!!) avrebbe ristabilito la legalità e la giustizia sociale. La seconda repubblica dei poteri forti, dopo trent’anni ha consolidato il primato dell’economia sulla politica. Ormai la politica è esercitata da una casta di inamovibili, con i soliti slogan e i soliti nomi. Il risultato di oggi è stato che rispetto agli anni novanta siamo più poveri, senza lavoro, non produciamo più niente, abbiamo privatizzato tutto, il debito pubblico sfiora i 3000 miliardi di euro.

D) Nonostante sia lapalissiano che la situazione non è tra le migliori sembra che continuino a far finta di nulla. Che ne pensa?

R) Fino a quando saranno l’economia, i soldi, il capitale a dominare le scelte politiche, non ci potrà essere una vera crescita, perché la logica del profitto avrà il sopravvento sul sociale. Questa economia uccide. E’ impensabile che non faccia notizia la morte per assideramento di un anziano ridotto a vivere per strada, le migliaia di poveri in fila per un pasto, quando poi il ribasso di due punti in borsa attrae l’attenzione del mondo. E’ intollerabile che si getti il cibo quando c’è gente che soffre la fame.  Ormai siamo ostaggio dell’economia che ha cancellato la POLITICA. Il destino dei popoli è in mano a poche persone e gruppi di potere che decidono le sorti degli Stati e dei cittadini in nome del “dio denaro“. Oggi è in crisi l’Uomo, tutto l’uomo; c’è bisogno di un nuovo umanesimo, la nostra è solo una società di diritti individuali e non di doveri. Al neoliberismo e al pericolo di governi totalitari e a uomini soli al comando, dobbiamo contrapporre valori comuni e l’orgoglio di definirci cittadini italiani. La modernizzazione dell’Italia e dell’Europa non può essere lasciata al neoliberismo e ad una pericolosa cultura laicista che sta distruggendo l’albero della vita. Bisogna impegnarsi per valorizzare un “riformismo nuovo e più umano” che eviti, da un lato, la degenerazione nel neoliberismo e, dall’altro, l’inadeguatezza del vecchio riformismo ideologico, a volte massimalista. Un riformismo nuovo, “SOLIDALE”, che consideri la pluralità e la diversità non un ostacolo, ma una opportunità per allargare gli orizzonti e consolidare la propria identità.

D) Come fare per favorire la nascita di un riformismo nuovo e solidale?

R) Bisogna ricostruire lo stato sociale e accorciare la forbice tra chi guadagna moltissimo e chi non ha niente.

Aldo Moro, in uno dei suoi ultimi discorsi disse: ” questo Paese non si salverà la stagione dei diritti si rivelerà effimera se non nascerà un nuovo senso del dovere”.

Dobbiamo porre freno a questo individualismo dilagante, oggi, adesso è arrivato il momento di agire per riprendere il cammino interrotto. E’ ora il momento dell’impegno e della responsabilità. 

 

Riprendiamo dunque il cammino per pro-muovere organicamente e istituzionalmente il BENE COMUNE, l’ordine pubblico e la pace, la difesa della vita, dal concepimento alla morte naturale e la famiglia per la sua funzione educativa. Dobbiamo uscire da questo processo di secolarizzazione e da questa cultura individualista e laicista che purtroppo ha contaminato tutti. Oggi è necessaria una buona politica, solo una politica rinnovata ci darà un UOMO NUOVO. Non si può mortificare la dignità delle persone se ogni uomo non è messo nelle condizioni di lavorare. La nuova cultura politica deve recuperare una visione dell’uomo più equilibrata. E’ necessario ridare voce e speranza a tutti i cittadini che in questi anni si sono allontanati dal dibattito culturale e politico perché ne hanno dovuto constatare l’esasperato egocentrismo e la lontananza dai loro problemi quotidiani.

 

A cura di Dott. FERNANDO CIARROCCHI (Ascoli Piceno)

fernando.ciarrocchi@dconline.info *  cell. 347-2577651 *

 Vice-Segretario nazionale Dipartimento Sviluppo-Comunicazione-Marketing della Democrazia Cristiana italiana

 Vice-Direttore de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana

Coordinatore della redazione giornalistica de “Il Popolo” della Democrazia Cristiana.

 Responsabile nazionale dell’Agenzia Stampa “Libertas”

 

 

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Carbone Grazia Antonia
24 giorni fa

Bellissima analisi..