A cura del Dott. Angelo Sandri (Cervignano del Friuli/provincia di Udine)
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Segretario politico nazionale della Democrazia Cristiana
Direttore de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana
< PROF.SSA ANNA CIRIANI (CONSIGLIERE COMUNALE A PORDENONE): STRINGERE I DENTI PER SUPERARE LA PANDEMIA EVITANDO SCELTE ERRATE CHE PUNISCANO LA GENTE >.
Abbiamo avvicinato la Prof.ssa Anna Ciriani, di Pordenone, che da due mesi è entrata a far parte del Consiglio comunale della città capoluogo di provincia pordenonese, per avere il suo parere sulla difficile congiuntura che il nostro Paese sta attraversando ed anche per qualche ragguaglio sulla sua nuova esperienza di Consigliere comunale che sta vivendo in rappresentanza dell’attivo Movimento civico <Amiamo Pordenone> di cui Lei è a capo.
<< Sono quasi due anni – esordisce Anna Ciriani – che la pandemia non ci dà tregua, con le sue varianti che tengono in apprensione il mondo e piú questo incubo si protrae, più sento il bisogno di ritrovare la normalità, di uscire, vivere e divertirsi con gli amici vecchi e nuovi.
Questo è quasi un grido di esasperazione e di ribellione per questi ultimi due anni che la vita ha rubato a tutti noi e che nonostante i vaccini pare non voglia ridarci la nostra libertà.
Non dobbiamo mai perdere la speranza e l’ottimismo, perchè l’ora più buia è quella che precede il sorgere del sole, che prima o poi tornerà certamente a splendere per tutti noi!
Certo è che Il Covid non è solo un virus da debellare per la sicurezza della nostra vita, ma è anche un’infezione devastante per la nostra economia, poiché produce una serie di effetti collaterali a catena ben noti agli economisti, così come la depressione (quella economica ovviamente) e l’inflazione.
Gli aumenti dei prezzi, in particolare quello delle materie prime e delle risorse energetiche, come luce e gas, determinano a loro volta una serie di provvedimenti che i Comuni sono costretti a prendere per far quadrare i bilanci, che rischierebbero un segno negativo senza un rincaro delle tasse a sfavore dei cittadini.
Il problema però, rischia di creare un effetto domino dalle pesanti conseguenze.
Per le famiglie, depressione significa minor lavoro e inflazione significa aumento dei prezzi di beni e servizi. Se a queste due voci aggiungiamo poi le tasse e i tributi, il carico rischia di diventare davvero insostenibile !
L’economia, così come la salute pubblica, ha dei meccanismi delicatissimi e non dobbiamo dimenticare che la povertà è anch’essa un virus che si trasmette.
A quel punto gli Enti pubblici, lo Stato, le Regioni e i Comuni, anziché pretendere tasse e tributi, dovranno offrire assistenzialismo e ammortizzatori sociali, che comprometteranno ancor più i loro bilanci.
Un limone si può spremere fino alla buccia, ma finito il succo non resta che quella!
L’aumento Irpef, triplicato dal Comune di Pordenone, si potrebbe rivelare un’arma a doppio taglio, perché per le famiglie non aumenta solo il consumo legato alle utenze, ma aumentano anche i costi di cibo, di carburante, dei servizi e di tutti quei beni di prima necessità senza i quali non si può vivere !
Il Comune di Pordenone, che ha dimostrato negli anni di essere un comune virtuoso, può essere stato così poco lungimirante da non prevedere tutte le possibili criticità che la pandemia avrebbe portato con sé?
In un momento di emergenza sanitaria ed economica conclamata, che ormai si protrae da due anni, il Comune non può contare sull’aiuto della Regione Friuli Venezia Giulia o dello Stato?
E il PNRR non avrà alcuna utilità per il sostegno e la ripresa economica come lo stesso acronimo suggerisce? Gli investimenti e l’innovazione che ne deriveranno, non miglioreranno il bilancio comunale e non daranno la possibilità di rafforzare la politica da dedicare al welfare e al sostegno dei bilanci familiari?
A meno di due mesi dalle elezioni comunali, la coalizione vincente già propone di entrare con impeto nelle tasche dei cittadini! Che fine hanno fatto le promesse di non voler aumentare (anzi ridurre) le tasse dei pordenonesi ?
Parlando anche a nome della Lista Civica “AmiAmoPordenone” riteniamo che bisognerebbe fare appello al buonsenso nel proporre – in un momento così delicato – l’aumento delle imposte che rischiano di appesantire quelle voci di bilancio familiare che sono già in profondo rosso per la depressione e per l’inflazione che la pandemia ha contribuito a generare.
Oltretutto – in virtù di quanto premesso – riteniamo che:
– Triplicare l’Irpef dallo 0,2% allo 0,6%, sia esagerato, in correlazione al momento di difficoltà che molti pordenonesi stanno vivendo. Proponiamo quindi di partire con un’aliquota dello 0.4%, in correlazione al momento di crisi che si protrae da quasi 2 anni.
– Inoltre è necessario tagliare tutte quelle voci di bilancio che non hanno carattere di urgenza, di priorità, o che sono superflue in questo momento di pandemia e che possono contribuire al sostegno delle famiglie e dei lavoratori, senza dover chiedere a loro ulteriori sacrifici.
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