INTERPELLATE ANCHE LE ISTITUZIONI DELLA COMUNITA’ EUROPEA MA CON SCARSO ESITO.
www.ilpopolo.news – di ANGELO SANDRI
Abbiamo già presentato su questa testata < www.ilpopolo.news > la impegnativa battaglia che il già sindacalista nazionale della CISL Franco Capanna sta sostenendo a favore delle suore di clausura, ingiustamente penalizzate da un sistema di tassazione iniquo e discriminatorio.
Dopo essersi rivolto alle autorità italiane, Franco Capanna ha bussato anche alle porte del Parlamento europeo, ma anche qui – come si suol dire – si sono fatte orecchie da mercante.
Ecco la risposta ottenuta da Capanna in merito alle richieste presentate a TUSK, in sostegno delle suore di clausura:
<< Egregio Signor Capanna, La ringraziamo per la Sua email indirizzata al presidente del Consiglio europeo. Purtroppo, il Signor Tusk non è in grado di rispondere personalmente a tutti i messaggi che riceve, ma teniamo ad informarLa che la Sua mail gli è stata recapitata.
Sfortunatamente l’argomento della Sua istanza (illegittimo ticket) non rientra nelle materie per le quali è responsabile il Consiglio europeo. Le suggeriamo pertanto di rivolgere la Sua richiesta alle autorità nazionali italiane. Cordiali saluti. >>
Ed ecco la risposta ottenuta da Capanna in merito alle richieste presentate a TAJANI, in sostegno delle suore di clausura:
<< Egregio Signor Franco Capanna, l’Unità “Richieste di informazioni dei cittadini del Parlamento europeo” conferma conferma la ricezione del Suo messaggio elettronico del 9 aprile 2018 inviato all’On. Antonio Tajani, Presidente del Parlamento europeo, relativo alle suore e alle claustrali.
La nostra Unità è stata incaricata di risponderLe. Vorremmo innanzitutto indicarLe che abbiamo prestato la dovuta attenzione al Suo messaggio.
La informiamo che il Parlamento europeo è un’istituzione politica e legislativa dell’Unione europea che agisce in conformità con i poteri assegnatigli dai trattati europei. Questa Istituzione e il suo Presidente non sono quindi abilitati a intervenire in ambiti che rientrano nella sfera di competenza delle autorità nazionali degli Stati membri. (Ma quanta autonomia, quando gli fa comodo !, ndr)
L’UE non definisce le politiche sanitarie, né l’organizzazione e la fornitura di servizi sanitari e di assistenza medica degli Stati membri. La sua azione serve invece a integrare le politiche nazionali e a sostenere la cooperazione tra gli Stati membri nel settore della sanità pubblica.
I governi dei paesi dell’Unione europea sono i principali responsabili della progettazione delle politiche sociali. Spetta agli Stati membri decidere sui loro sistemi di protezione sociale attraverso la legislazione nazionale.
La ringraziamo per aver contattato il Parlamento europeo e Le porgiamo i nostri più distinti saluti. >>
Mi sembrano risposte scritte in modo “burocratico” e sostanzialmente anche poco intelligente. In ogni caso compito anche di questo giornale è fornire informazioni ed appoggiare buone battaglie che possano alleviare palesi ingiustizie. Anche con il piccolo contributo di < www.ilpopolo.news > cercheremo di portare all’attenzione dell’opinione pubblica una situazione ingiusta ed insostenibile per la quale val la pena di spendersi.
Angelo Sandri – Cervignano del Friuli (UD)