Dagli Stati Uniti all’Italia, il percorso della Droga Viola tramite il mondo della Trap è breve.
La Purple Drank, o sizzurp, lean, syrup, barre, purple jelly, Texas tea, dirty Sprite, e tanti nomi più fichi di droga viola che potete trovare su Wikipedia, ha stonato il primo cervello intorno agli anni Sessanta dalle party di Houston quando gli esponenti della scena blues hanno iniziato a tagliare uno sciroppo per tosse con la birra. Nel giro di qualche tempo la birra è diventata prima vino e poi soda al limone, passando dalle mani dei musicisti blues a quelle dei ragazzi che stavano per mettere in piedi una delle prime scene hip-hop.
“Nel bicchiere rosso ma non è una festa/ Bere un po’ ci da alla testa/ Porta la Sprite e la Seven/ Noi portiamo gli extra/ Per bere Dom Pè voi fate colletta/ Tutti i miei frà, anche chi non beve viola/ Poi rientra nel club/ Con una bottiglietta/ Lo sai siamo noi la festa”. Canta così il “Leopardi” dei giorni nostri, Sfera Ebbasta, nel suo singolo Blunt&Sprite. Il rapper o meglio, trapper milanese, di Cinisello Balsamo è diventato nel tempo un “modello” per le nuove generazioni, con le sue canzoni e i suoi album ai limiti della “sobrietà” che hanno scalato le classifiche dei dischi più venduti e ascoltati in Italia. Denaro, spinelli, vestiti firmati e auto lussuose sono solo alcuni degli aspetti di questa vita spericolata da trapper, come “Sfera Ebbasta & friends“, resi virali attraverso i propri brani e, soprattutto, tramite la pubblicazione delle proprie Instagram Stories. I ragazzini, naturalmente, non desiderano altro che emularli.
Tra queste mode nefaste vi è anche l’utilizzo spropositato di droghe leggere come la marijuana, il cui consumo, nel nostro Paese, è secondo in Europa solo alla Francia; in particolare la Purple Drank. La Purple Drank, o sizzurp, lean, syrup, barre, purple jelly, Texas tea, dirty Sprite è una nuova droga che sta spopolando tra le giovani generazioni, grazie a quel mondo di musica Trap che ne fa uso e abuso. Questa nuova sostanza non è altro che un beverone fatto con bevande gassate, generalmente Sprite o Coca Cola, miscelate con sciroppo per la tosse; da cui deriva il colore violaceo della bevanda, che produce in chi la beve effetti sedativi e psicoattivi.
La Purple Drank sembrerebbe quindi un mix non rischioso per la salute, ma non è affatto così: se preso in grandi quantità, potrebbe anche essere letale. Lo sciroppo per la tosse, ingrediente fondamentale per ottenere la droga, contiene al suo interno la codeina. Un oppiaceo (ottenuto tramite metilazione della morfina), quindi una droga pesante, capace di creare dipendenza e procurare anche la morte in caso di abuso. La sua pericolosità è acuita dal fatto che agisce come sedativo delle vie respiratorie (per questo è un ingrediente di alcuni sciroppi) e, in caso di sovradosaggio, può causare impossibilità nel controllo del respiro e conseguente soffocamento. “Assumere la codeina per altri scopi rispetto a quelli prescritti dal medico è pericoloso”, avverte la dottoressa Franca Davanzo, direttrice del Centro antiveleni dell’ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano. “L’abuso può provocare collasso, arresto respiratorio o cardiaco”. Come tutte le sostanze stupefacenti, sappiamo che “la droga dà e la droga toglie” per citare il rapper Madman.
Ma cosa differenzia questa droga da tutte le altre? Un fattore molto importante e sconcertante. La Purple Drankè completamente legale, o meglio, per ottenere la codeina, la sostanza che dà l’effetto sedativo al beverone viola, non bisogna fare altro che recarsi in farmacia e chiedere un comunissimo sciroppo per la tosse. Uno sballo che viene a costare al consumatore, in genere minorenne, non più di sette/otto euro sufficienti a comprare una boccetta da 80ml, dalla quale si possono ricavare dosi per cinque o sei persone una volta mescolata alla Sprite (o a qualsiasi altra bevanda gassata). In Italia potrebbe essere un po’ più difficile ottenere il Makatussin, il principale sciroppo contenente codeina, perché serve la ricetta del medico, ma con un po’ di furbizia e ingegno si può avere tutto. Lo dimostrano i giovani del nord Italia (del Piemonte, della Liguria e della Lombardia), i principali consumatori della Droga Viola; i quali si recano nei paesi confinanti con l’Italia, come Francia e Svizzera, dove non viene richiesta alcuna ricetta per la vendita e fanno la scorta di confezioni di Makatussin Comp, uno sciroppo per la tosse a base di codeina. Singolare è la vicenda dei ragazzini del Canton Ticino che avrebbero fatto affari per un lungo periodo di tempo grazie a un dipendente di una farmacia del paese, il quale forniva confezioni del medicinale ai minorenni che lo richiedevano.
Un vero e proprio “pellegrinaggio del Makatussin“, come lo hanno definito i farmacisti ticinesi, i quali sono stati messi in guardia dalle autorità sanitarie elvetiche, allarmate dalla domanda sempre più frequente di questo medicinale da parte di giovani studenti. “Si sconsiglia la dispensazione del Makatussin a clienti, per lo più giovani, causa utilizzo a fini non terapeutici“, si legge in una circolare. Intanto, anche se la Svizzera ha detto no allo “sballo fai da te” il fenomeno non sembra acquietarsi. Sono di qualche giorno fa le dichiarazioni di uno youtuber molto famoso in Italia, con oltre 140 mila iscritti al suo canale, che ha ammesso di aver fatto uso per un lungo periodo di tempo della Purple Drank.
Lo youtuber che parla di musica soprattutto trap con i suoi follower, ha rivelato di aver passato un periodo di disintossicazione molto duro dalla Purple Drank, causa del suo atteggiamento inusuale e molto aggressivo nei video precedenti; come i suoi stessi fan gli hanno fatto notare. Probabilmente, molti altri ragazzi come lui hanno deciso di provare questa nuova “moda stupefacente”, spinti dall’idolatria verso i propri rapper preferiti e ignorando i gravi rischi che questa imprudenza avrebbe potuto causare loro. Negli Stati Uniti, dove già dagli anni Sessanta si sente parlare di codeina mischiata ad altre bevande (prima birra e vino), la Purple Dranksta diventando una seria piaga tra i giovani. Viene usata maggiormente nei quartieri popolari, uno studio del 2004 della Dea (il Dipartimento antidroga americano) certifica che in Texas l’uso di codeina a fini psicotropi coinvolge l’8,3% degli studenti delle scuole superiori pubbliche.
La sostanza che ha da sempre accompagnato gli artisti di ogni genere musicale, prima con il Blues poi con l’ Hip Hop e infine con la trap, ha mietuto già alcune vittime nel recente passato e nei giorni nostri. DJ Scre, colui che ha popolarizzato la Purple Drank, è morto per overdose il 16 novembre del 2000, in seguito anche altri rapper sono deceduti direttamente o indirettamente a causa dell’abuso di questa sostanza stupefacente. Big Moe, Pimp C e poi ultimo fra questi, il rapper originario di Chicago, Fredo Santana. Santana, uno dei pionieri della drill, genere derivativo della trap, pare fosse malato da tempo. Lui, infatti, lottava da mesi con problemi al fegato e ai reni e non aveva nascosto la sua dipendenza dalla Purple Drank. Il rapper è deceduto per insufficienza renale lo scorso anno, aveva solo 27 anni.
Uno sciroppo a base di Prometazina e Codeina
In sostanza si tratta(va) di una droga tecnicamente legale, dal momento che è possibile estrarla (o non estrarla, a seconda di quanto ne valga la pena) da farmaci disponibili senza ricetta in farmacia che contengano codeina. A livello pratico la codeina è un alcaloide (ovvero una sostanza organica con un ottimo rapporto dose/effetto farmacologico) presente nei papaveri da oppio.
In Italia è un po’ più complicato, perché i due unici farmaci che contengono codeina (Tachidol e Co-Efferalgan) contengono anche un altro tot di cose necessarie a curarsi, ma non a drogarsi, che potrebbero uccidervi prima che la botta di codeina arrivi al cervello. Su Motherboard il processo di estrazione è già stato raccontato in modo più dettagliato e per quanto non sembri nulla di complicato ancora ci sembra qualcosa di troppo elaborato per essere preparato da Andrea Diprè, tra un pompino nel parco e l’altro.
Per cui alla fine, che cosa c’è dietro questa nuova moda? Niente, ma è divertente, ma a volte diventa letale.
di Antonio Gentile vice Direttore de IL Popolo.
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