A cura di Domizia Di Crocco (Terracina / in provincia di Latina)
< Quali politiche oggi per ridurre le disparità di genere ? >
Un argomento molto discusso a livello europeo e Nazionale continua ad essere la parità di genere.
Nelle ultime commissioni si sono tracciate le politiche ritenute indispensabili a ridurre il gap.
LE PRINCIPALI POLITICHE DELL’EUROPA E DELL’ITALIA mirano alla riduzione del divario di genere attraverso le politiche di incentivazione all’imprenditoria femminile, di decontribuzione per incoraggiare l’assunzione di lavoratrici, e di conciliazione tra lavoro e famiglia (Camera dei deputati – Servizio Studi XVIII Legislatura, Legislazione e parità di genere, 2021; Commissione Europea, COM(2020), cit.).
Tre Le politiche di conciliazione decise e sviluppate troviamo tre principali componenti , ossia – i trasferimenti monetari, i servizi di cura e le politiche sugli orari di lavoro – con la finalità di generare impatti diversi sull’eguaglianza di genere a seconda della scelta di privilegiare.
I trasferimenti monetari (congedi, assegni e agevolazioni fiscali) consentono di ridurre il gap di genere incoraggiando i padri a prendersi cura dei figli:portano gli uomini a essere coinvolti in modo paritario nell’accudire i figli, riducendo quindi la discriminazione nei confronti delle madri sul mercato del lavoro (v. D.Lgs. 80/2015, L. 81/2017, L. 205/2017, L. 145/2018, L. 160/2019 e L. 178/2020) (Camera dei deputati – Servizio Studi XVIII Legislatura, cit.).
La legge di bilancio 2021 ha prorogato il congedo obbligatorio a dieci giorni per il padre lavoratore.
Tra i servizi di cura, degno di nota il “sistema integrato 0-6” in cui è prevista la frequenza facoltativa delle scuole dell’infanzia per i bambini di età pari o superiore a 3 anni senza pagare le tasse di iscrizione (v. D.Lgs. n. 65 del tassi più elevati di occupazione 2017; L. 107/2015) (Commissione Europea, Italia: Educazione e cura della prima infanzia, 2021).
Nell’ambito del sistema integrato, l’inaccessibilità ai servizi educativi non supera il 10% dei residenti.
l’Italia registra uno dei più ampi divari occupazionali tra donne e uomini con figli (28,1 punti; media UE 18,5) e una copertura di asili nido pari al 24,7%1 (ISTAT, 2021).
I dati ISTAT mostrano che al crescere dei servizi di prima infanzia si riduce la disparità occupazionale tra padri e madri. Ciò introduce il tema dei forti divari territoriali nel nostro Paese nella disponibilità di asili nido.
Grazie alle politiche sugli orari di lavoro (riduzione degli orari, part-time, flexi-time, lavoro agile o smart- working, tele-lavoro, job sharing, banca delle ore), la lavoratrice può conciliare il lavoro con la vita familiare e privata.
La Direttiva (UE) 2019/1158 – Work life balance collabora al raggiungimento della parità di genere, promuovendo la partecipazione delle donne al mercato del lavoro e all’equa ripartizione delle responsabilità di assistenza familiare tra uomini e donne.
La Direttiva estende il diritto di richiedere accordi di lavoro flessibile a tutti i lavoratori genitori di bambini fino ad almeno 8 anni e a tutti gli accompagnatori.
A cura di Domizia Di Crocco