A cura di Dott.ssa Raffaella Katia Novellino (Milano)
raffaellakatia.novellino@dconline.info * cell. 329-0116273 *
Segretario regionale del Dipartimento Relazioni Pubbliche ed Istituzionali della Democrazia Cristiana della Regione Lombardia
Responsabile regionale per le Relazioni con il Mondo Ecclesiale con la Chiesa Cattolica e con le Chiese Cristiane, Evangeliche e richiamantesi alle fedi abramitiche.
Editorialista de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana
< RAFFAELLA KATIA NOVELLINO (D.C. MILANO): ANCHE PER LA DEMOCRAZIA CRISTIANA L’8 MARZO – GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA – E’ IMPORTANTE OCCASIONE DI RIFLESSIONE E DI IMPEGNO ! >
In occasione della Giornata internazionale della Donna, abbiamo voluto trattare un argomento di grande spessore sociale di cui la Democrazia Cristiana (con Segretario politico nazionale Angelo Sandri e con Segretario Organizzativo Nazionale Vicario Marco Guglielmin) intende ritenere nel proprio programma politico una come istanza principale: la tutela delle donne, non solo in occasioni di tornate elettorali ma sempre, a prescindere, anche dopo la chiusura del “periodo elettorale”.
Questo per sottolineare la doverosa e grande differenza dell’ impegno sociale che la Democrazia Cristiana intende portare avanti, senza mirare – come si fa di solito – all’ obiettivo unico e esclusivo dei voti da ottenere. Vuol essere appunto una piccola, ma grande differenza della DEMOCRAZIA CRISTIANA !
La violenza contro le donne è purtroppo un fenomeno trasversale alle classi sociali e alle culture.
In base ai dati statistici raccolti dall’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite) una donna su cinque subisce nel corso della sua vita almeno un episodio di violenza.
Oltre il 75% delle violenze subite dalle donne, nasce all’interno della famiglia ad opera del marito, convivente, amante, fidanzato, partner o ex partner.
Tra gli autori di violenza possono esserci anche genitori e altri congiunti che commettono violenza per questioni di genere per esempio per obbligare le donne a matrimoni combinati o perché queste non si sottomettono a comportamenti imposti dalla religione, dalla società, dalla morale famigliare ed altro.
IN ITALIA E NEL MONDO LA VIOLENZA COLPISCE UNA DONNA SU TRE E SOLO IL 10% DENUNCIA PERCHÉ LA PAURA SUPERA IL SENSO DI GIUSTIZIA.
La violenza si può manifestare come violenza fisica, psicologica, sessuale, economica, sociale.
La violenza fisica comprende qualunque atto che ferisce, colpisce il corpo delle donne a mani nude o con oggetti.
La violenza psicologica comprende offese, ingiurie, denigrazioni, umiliazioni.
Intimidazioni, minacce, controllo: aspetti che pongono la donna in una situazione di paura, ansia e hanno l ‘obiettivo di ottenerne la sottomissione.
La economica comprende sottrazione o controllo dello stipendio o delle risorse economiche della donna, l’ imposizione di debiti contratti sotto minaccia o inganno, abbandono economico.
La violenza sessuale comprende qualunque contatto sessuale non desiderato e imposto alla donna, molestie, stupro.
Viene spesso rimossa dalle donne quando è il partner a commettere tale abuso.
Le vittime non sempre reagiscono allo stupro e ad ogni forma di violenza sessuale perché può accadere che in caso di aggressione si blocchino (tanatosi).
La tanatosi è una forma per evitare reazioni ancora più violente dell’aggressore in caso di reazione.
La violenza sociale comprende qualunque forma di isolamento che l ‘autore di violenza mette in atto per isolare la vittima da una rete di contatti sociali, amicali e famigliari e aumentate il proprio potere di autocontrollo sulla sua vita.
Viene attuata con la minaccia, con la manipolazione ovvero colpevolizzare la vittima di non dedicarsi al partner o di tradire la fiducia e l ‘ amore.
Come da precedenti articoli, metto in grande rilievo la prevenzione.
Prevenire la violenza, vuol dire, combattere le sue radici culturali e le sue cause.
Per queste sono essenziali le strategie politiche mirate all ‘educazione e rispetto dei diritti intangibili stabiliti dalla nostra Costituzione Italiana con piena libertà e forma di espressione.
Anche questo argomento, non è privo di grandi riflessioni e domande.
La politica dunque quanto riesce ad incidere su queste importanti tematiche sociali ?
La mia risposta purtroppo è sempre negativa, perché si agisce sempre, in maniera clamorosa nel periodo delle elezioni, ma poi, tutte queste vittime di maltrattamenti, vengono abbandonate a se stesse, alle proprie angosce e alle proprie paure e il più delle volte i propri bambini non vedranno più la loro mamma, accanto a loro perché lo Stato, la politica arriva sempre troppo tardi.
Invece, la prevenzione, lo studio del fenomeno sociale, seminari che possono delineare lo stalker, lo stupratore, il pedofilo, aiuterebbe proprio a mettere in guardia la donna prima che, venga circuita, tratta in una trappola mortale di cui poi è difficile uscirne.
Come uno degli ultimi casi di cronaca della povera Giulia Tramontano, avvelenata e poi uccisa con il bimbo che aveva in grembo, dal suo fidanzato, che aveva un’ altra relazione.
Ribadisco: mettere a disposizione per queste donne, materiale informativo sull’agire di queste figure criminali, significa salvare loro la vita.
Ma è altrettanto vero, che, per attivare questa difesa dall’interno, in un sistema sociale “deviato “, significa che, ogni professionista, competente, mette a disposizione le proprie conoscenze.
Ma tutto questo non basta ! La politica e le politiche sociali devono realmente sostenere con strumenti operativi e legislativi il divenire di reati sempre più efferati.
Una legge importante, a tutela delle donne, vittime di queste violenze, è la legge 19 luglio 2019, n. 69 (nota come ” Codice Rosso).
E’ una legge della Repubblica Italiana molto importante che rafforza la tutela di tutti coloro che subiscono violenze, per atti persecutori e maltrattamenti.
Concludendo: i mali sociali, non possono essere annullati in un momento, ma la prevenzione e l’informazione sono gli strumenti che ci aiuterebbero a capire che denunciare sarebbe davvero il primo passo verso la libertà.
E va sottolineato che il sostegno concreto da parte delle Istituzioni costituirebbe il secondo passo per le donne vittime di violenza a poter trovare – senza dover avere paure o timori – quel CORAGGIO di CHIEDERE AIUTO E di DENUNCIARE PER SALVARE LORO LA VITA !
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Ottimo