A due settimane dal via per la presentazione delle domande sono oltre 500.000 gli italiani che si sono rivolti agli sportelli dei Caf per ottenere il reddito di cittadinanza a due settimane esatte dalla entrata in vigore della misura. Il dato e’ stato comunicato dalla Consulta Nazionale dei Caf che ha elaborato i numeri raccolti in 10 città campione, distribuite tra nord, centro e sud Italia, su 7.964 domande presentate fino al 20 marzo. Le città’ sono: Torino, Milano, Venezia, Livorno, Grosseto, Roma, Napoli, Cosenza, Bari e Palermo.
Sono i dati diffusi dalla Consulta nazionale dei centri di assistenza fiscale. Numeri considerevoli se si pensa che l’ultimo aggiornamento diffuso dal Ministero del lavoro per quanto riguarda le richieste fatte online e alle Poste, il 19 marzo scorso, aveva parlato di altre 192 mila domande.
Certo non tutte le domande presentate saranno soddisfatte ma complessivamente significa che in meno di quindici giorni dalla partenza oltre la metà dei potenziali beneficiari ha già presentato la domande. In una delle sue ultime audizioni in Parlamento l’Istat ha identificato infatti una platea di circa 1,3 milioni di nuclei che potrebbero accedere al sussidio. La metà circa di questi sarebbe composta da singoli, l’altra da famiglie con diverse tipologie di componenti.
I Caf con i dati di oggi inoltre forniscono anche un’identikit dei richiedenti. Gli under 30, i Millennials, rappresentano il 6,8% delle domande inoltrate, secondo quanto si ricava da un primo panel che la Consulta Nazionale ha elaborato con i dati raccolti in 10 città campione, distribuite tra Nord, Centro e Sud Italia, su 7.964 domande presentate fino al 20 marzo. Il dato è trascinato da una percentuale al Sud del 10,3%, mentre al nord sono il 4,7% e al centro il 3,2%.
Lo sgravio da 5 a 18 mensilità riconosciuto alle imprese che pubblicano i posti vacanti sulla piattaforma dedicata e assumono un percettore del Rdc a tempo pieno e indeterminato è riconosciuto anche ai contratti di apprendistato, sempre a condizione che si realizzi un incremento occupazionale. Viene fissato un limite temporale di 36 mesi, entro il quale se l’impresa licenzia il lavoratore, dovrà restituire il beneficio. Le sanzioni incrementate del 20% contro il lavoro nero di stranieri irregolari e minori sono estese all’impiego sommerso dei beneficiari del reddito. L’erogazione del reddito o della pensione di cittadinanza verrà sospesa a chi ha subito una misura cautelare personale o una condanna «anche con sentenza non definitiva».
Tra le novità, saltano i limiti d’età (45 anni) per il riscatto agevolato della laurea, ma resta confermato il “paletto” temporale del 1996 per avere la detrazione del 50%. Per i dipendenti pubblici in pensione con “quota 100” l’anticipo del Tfs sale a 45mila euro (da 30mila), potrà essere richiesto anche dagli statali in pensione prima del 29 gennaio. A chi svolge attività gravose per l’accesso all’Ape social e alla pensione anticipata con 41 anni di contributi non servirà più aspettare la finestra di 3 mesi. Respinto l’emendamento della Lega per ampliare la platea di associati all’Inpgi, includendo dal 2020 i comunicatori pubblici e privati.
di Antonio Gentile