Era il 23 maggio del 1992, una giornata come tante altre, l’aereo di Falcone arriva puntuale all’aeroporto di Punta Raisi di Palermo, dove lo stanno aspettando gli uomini della scorta, il magistrato  chiese di voler portare lui l’auto, una normale richiesta che rientrava nella personalità di Falcone ….ma poi succede quello che nessuno poteva mai immaginare.

Sull’autostrada A29, nei pressi dello svincolo di Capaci a pochi chilometri da Palermo, un’esplosione irrompe nel silenzio, l’attentato era stato portato a termine dalla mafia,  il magistrato Giovanni Falcone perse la vita insieme alla moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
Sono trascorsi 26 anni da quel gesto ignobile che ha sconvolto le nostre coscienze.

lo ricordo bene quel giorno, ero un giovane giornalista, rimasi scioccato nell’apprendere la notizia dal televisore, basito e incredulo di quello che stavo vedendo, da quel giorno rimango dell’avviso  che a noi non rimane che difendere la memoria per difendere la legalità, la democrazia è stata conquistata con il sangue di tante persone innocenti che, hanno combattuto e sono morte perché credevano nella sovranità dello stato e nei valori della giustizia.

di Antonio Gentile