La Polonia chiede alla Nato di stabilire una “linea rossa” invalicabile nella guerra in Ucraina che, se oltrepassata dalla Russia, porterebbe
automaticamente l’Alleanza Atlantica ad entrare nel conflitto. Per ora gli Stati Uniti e i paesi dell’Europa occidentale si oppongono e questa richiesta rimane minoritaria in vista del summit della Nato a Bruxelles della settimana prossima alla presenza del presidente Biden.
Il timore della Casa Bianca è che uno scenario simile spingerebbe Putin a usare armi nucleari e porterebbe a una terza guerra mondiale in Europa con conseguenze apocalittiche. Una preoccupazione che rimbalza sui media, sui social.
Ecco in che modo potrebbe scoppiare una guerra atomica fra l’Occidente e Mosca e quanto è verosimile che accada.
La terza guerra mondiale è un pericolo “reale” anche se l’ipotesi di un conflitto nucleare è inaccettabile, specie per l’alleato cinese. Alla fine di un’altra giornata di raid su obiettivi strategici ucraini, il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, in un’intervista al programma Bolshaya Igra (The Great Game) sul canale televisivo di stato Channel One, alza i toni dello scontro anche a livello verbale e accusa la Nato di entrare in una guerra per procura con Mosca attraverso la fornitura di armi all’Ucraina. Decisione rischiosa.
A proposito dell’uso di testate nucleari, Lavrov ha ricordato che a gennaio i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’Onu hanno rilasciato una dichiarazione sull’inammissibilità di una guerra di questo tipo.
“Questa è la nostra posizione di principio, – ha sottolineato – siamo guidati da questo, e ovviamente non vorrei vedere questi rischi gonfiati artificialmente ora, quando i rischi sono piuttosto significativi”.
Una escalation temperata solo in parte dall’annuncio che i negoziati con l’Ucraina andranno avanti. Anche se Lavrov non rinuncia a lanciare una frecciata aggiuntiva: “La buona volontà ha i suoi limiti. E se non è reciproca questo non contribuirà al processo negoziale”. Poi l’assicurazione che “noi continueremo a portare avanti negoziati con la delegazione del (presidente ucraino) Volodymir Zelensky, e i contatti proseguiranno”. Il ministro ha comunque accusato Zelensky “di fingere” di negoziare, alludendo al suo passato sul palcoscenico. “E’ un buon attore” ma, ha sottolineato, a un’attenta osservazione delle sue parole “emergeranno mille contraddizioni”.
Infine non ha trascurato di gettare un po’ d’acqua sul fuoco dichiarandosi fiducioso che “tutto finirà certamente con la firma di un accordo”, i cui parametri, tuttavia, “saranno definiti dallo stato delle conquiste sul campo”. Il riferimento al Donbass, e forse non solo ad esso, è fin troppo evidente.
Scritto da Franco Capanna editorialista de il Popolo della Democrazia cristiana.