SABRI PINTON (D.C.): contestiamo i soliti attacchi basati sul nulla che vogliono colpire la categoria dei balneari in Italia.

SABRI PINTON (D.C.): contestiamo i soliti attacchi basati sul nulla che vogliono colpire la categoria dei balneari in Italia.

www.ilpopolo.news * www.democraziacristianaonline.it *di DORA CIRULLI *

Come ogni anno, si fanno molto intense – di questi tempi – le discussioni attorno alle problematiche concernenti le attività balneari e come al solito non mancano anche furiose polemiche, molte volte anche fini a se stesse.

Sabri Pinton

Anche quest’anno è partita la solita campagna estiva contro i canoni bassi pagati per le concessioni di spiaggia e che ha preso lo spunto da un comunicato di Legambiente, molto generalizzato ed anche fuorviante e che tende a colpire una categoria economica, quella dei balneari, che – a nostro avviso – meriterebbe ben altra attenzione e sostegno.

Ma si sa, che in Italia è in vigore da tempo, una sorta di autolesionismo e come accaduto per il settore commerciale, si tende a distruggere una categoria, piuttosto che approfondire le problematiche esistenti e semmai correggere eventuali problematiche da dove prendere in esame.  E questo a vantaggio dei “soliti noti” e non certo del popolo italiano.

Anche in questo caso, sempre a nostro avviso, i dati riportati dai “soloni” di Legambiente sono dati parziali e che dipingono un quadro del tutto irrealistico. Ma tant’è: è partita una campagna denigratoria riportata da tutti i media nazionali che in maniera del tutto acritica e sbagliata, ha dipinto un quadro a tinte fosche che la testata giornalistica della Democrazia Cristiana “il Popolo news” intende approfondire ed anche contestare, per riportare la discussioni in atto in termini maggiormente corretti e reali.

A questo proposito abbiamo voluto interpellare anche il Segretario nazionale del Dipartimento attività economico-produttive della DEMOCRAZIA CRISTIANA, il Sig. SABRI PINTON, di Comacchio (in provincia di Ferrara).

Con lui vorremmo approfondire alcuni aspetti riguardanti queste problematiche che sono di particolare importanza per l’economia italiana, visto il ruolo primario che ha il turismo nell’ambito dello scenario economico nazionale.

<< Come ogni estate – osserva SABRI PINTON – anche quest’anno vengono pubblicati sui principali media generalisti, tutta una serie di servizi giornalistici molto faziosi, che se la prendono soprattutto contro i presunti privilegi della categoria dei balneari.

Questi operatori economici (i balneari, appunto, ndr) vengono accusati di pagare canoni del tutto esigui a fronte di incassi che a detta degli accusatori vengono definiti spropositati.

Non posso esimermi dal contestare con forza questi articoli giornalistici, che diffondono dati solamente parziali, con l’obbiettivo di gettare fango contro una importante categoria economica italiana e metterla in cattiva luce agli occhi dell’opinione pubblica.

Questa volta lo spunto è arrivato da un comunicato di Legambiente, che alcuni giorni fa ha pubblicato il dossier “Le spiagge sono di tutti!” e che se la prende in particolare contro quella problematica che viene definita la «privatizzazione delle coste italiane».

Con questo attacco si vuole denunciare il fatto che «oltre il 60% delle coste sabbiose in Italia è occupato da stabilimenti balneari, con concessioni senza controlli e canoni bassissimi a fronte di guadagni enormi».

Sono i soliti luoghi comuni, che in questo caso vengono fatti propri da Legambiente, ma che sono stati subito ripresi dalle principali testate giornalistiche italiane.

Repubblica, Corriere della Sera ed altri ancora, hanno ripreso e pubblicato con evidenza questa presunta nuova notizia, alimentando ulteriormente le “fake news” già in circolazione sull’argomento.

Purtroppo, abbiamo in Italia uno scarso livello di giornalismo, e le redazioni di cui trattasi non si sono preoccupate di fare maggiori approfondimenti. Tutti si sono limitati a pubblicare il comunicato di Legambiente, scosì “sic et simpliciter”, scatenando al solito un attacco mediatico basato sul nulla.

A mio avviso – sottolinea SABRI PINTO – è necessario che la categoria dei balneari di tutta Italia  condividere questo nostro articolo, per contestare le grosse inesattezze contenute nelle affermazioni che sono state pubblicate e per diffondere la verità.

A mio avviso i canoni di cui trattasi non sono bassi, ma squilibrati. È vero che ci sono alcuni stabilimenti balneari che pagano canoni bassi, ma si tratta di casi limitati. Gli articoli di giornale in questione, invece, tendono a prendere questi piccoli esempi per spacciarli come la normalità.

E si dimenticano invece che esiste anche l’estremo opposto: ossia quei trecento stabilimenti balneari “pertinenziali” che pagano centinaia di migliaia di euro a causa dell’errata applicazione dei valori OMI.

Nel mezzo, ci sono poi tutti gli altri, che pagano cifre giuste e sostenibili. I canoni corrisposti per le concessioni balneari non sono quindi bassi, ma piuttosto squilibrati. C’è chi paga troppo e c’è chi paga troppo poco.

I balneari sono anche disposti a pagare di più, ma nell’ambito di una riforma generale che il settore attende da anni. E se c’è una cosa che mette d’accordo tutte le otto associazioni di categoria dei balneari attualmente esistenti in Italia, questa è proprio il riordino dei canoni nell’ambito dell’auspicata riforma del settore ! >>.

di DORA CIRULLI – ROMA