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< Sabri Pinton (Lido di Comacchio/Ferrara): “Importante pronunciamento del Consiglio di Stato a favore del comparto dei balneari !” >
La Democrazia Cristiana ha sempre seguito con particolare attenzione le problematiche concernenti il comparto dei < balneari >, ritenuto di notevolissima importanza in una penisola che è tra le prime nel mondo per quanto attiene le superfici esposte al mare e con possibilità di balneazione.
Il Dipartimento delle attività economico-produttive della Democrazia Cristiana in proposito ha anche istituito un ufficio specifico per seguire con attenzione le problematiche del settore.
E’ dunque di questi giorni la notizia che il Consiglio di Stato (ossia il massimo organo giurisdizionale amministrativo italiano), ha applicato la legge che ha differito di quindici anni la scadenza delle concessioni demaniali marittime vigenti (art. 1 – commi 682 e seguenti – della legge 30 dicembre 2018 n. 145).
La ha applicata con una serie di diverse sentenze, aventi identico contenuto e motivazione. Infatti in una serie di contenziosi dall’identico contenuto, in cui si contestava l’avvio da parte del Comune di Anzio (RM) della procedura di pubblica evidenza su concessioni demaniali marittime, la sezione V del Consiglio di Stato ha dichiarato «le improcedibilità» degli appelli promossi dal Comune di cui trattasi (Anzio, ndr) in quanto « la concessione balneare, di cui si contesta la mancata proroga, risulta in realtà effettivamente prorogata dal sopravvenuto art. 1 – commi 682 e seguenti – della legge n. 145 del 2018».
Questo dunque si evince chiaramente dalle sentenze numero da 7251 a 7258 emanate dal Consiglio di Stato (sezione V) e depositate lo scorso giovedì 24 ottobre 2019.
SABRI PINTON (Lido di Comacchio / Ferrara), autorevole esponente del comparto dei balneari a livello nazionale, esprime la propria soddisfazione e quella del comparto da lui rappresentato per questo importantissimo pronunciamento giurisprudenziale.
<< È la prima volta – sottolinea Sabri Pinton – che un Giudice, in un contenzioso giuridico, valuta la proroga sui quindici anni, così come stabilito dalla legge n. 145 del dicembre 2018 e – di conseguenza – ritiene la norma valida ed efficace, e quindi la applica !
Un tanto è avvenuto semplicemente e pacificamente, con buona pace di tutti coloro che continuano imperterriti (ed in mala fede) a seminare dubbi sulla efficacia di detta proroga ed a tentare disperatamente di impedire che venga applicata dai Comuni competenti.
Dallo scorso febbraio inoltre le Regioni hanno anche emanato le circolari interpretative e le hanno indirizzate ai Comuni, invitandoli ad applicare la proroga di quindici anni e indicando le relative modalità operative.
Va rilevato anche che, dopo dieci mesi dalla entrata in vigore della summenzionata legge, non è stata attivata alcuna procedura di infrazione da parte della Commissione europea (mentre in questo periodo ne sono state attivate ben 24, ma tutte su altre norme).
Ed ora ci sono persino otto sentenze del Consiglio di Stato che, al contrario, hanno applicata la proroga quindicennale prevista dalla norma legislativa.
I Comuni ancora ritardatari o recalcitranti non hanno dunque più alcun alibi per non adempiere al loro dovere di procedere alla formalizzazione, sui titoli concessori di loro competenza, della nuova durata disposta dalla legge.
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Ora dobbiamo insistere e continuare a lottare – afferma Sabri Pinton – per ottenere il diritto di prelazione e il diritto di superficie, riferito alle strutture create dai concessionari.
La spiaggia infatti è demaniale e come tale deve rimanere ! Ma la struttura costruita dall’operatore a proprie spese, dove già viene pagata ” l’Imu” e quindi attualmente già messa a “Catasto”, essa deve essere passata all’attuale concessore, che ne pagherà le spese per il diritto di proprietà.
Basterebbe rivalutare la linea del piano dell’arenile in ogni regione e modificare anche i canoni relativi alla spiaggia in base ai valori commerciale dovuti dallo studio territoriale per avere una situazione in linea con il mercato.
Ricordo in proposito che attualmente ci sono già alcune regioni dove le strutture sono già a pieno titolo di proprietà con riferimento all’attuale concessore,
I balneari vogliono pagare quanto di loro competenza e non si sono mai tirati indietro a tal proposito! Non è vero dunque che vogliono trattamenti di favore.
Vogliono invece solo poter lavorare con serenità, pagando quello che lo Stato/Demanio riterrà opportuno per quanto riguarda il canone demaniale e per il calcolo della piena proprietà della struttura (che passerà all’attuale concessore “se vorrà” acquistare il pieno titolo di quello che è stato costruito a “proprie spese”). >>
L’invito di SABRI PINTON a tutti i propri colleghi è infine quello di non abbassate mai la guardia, congiuntamente all’augurio che i vari SINDACATI del comparto balneare trovino finalmente l’unione anche operativa.
E SABRI PINTON conclude citando il grande “Alcide de Gasperi” il quale diceva: < Solo Uniti saremo FORTI; solo FORTI saremo LIBERI >. Ad maiora semper !
mi ha fatto piacere leggere questa importante sentenza da parte del Consiglio di Stato a favore della categoria.lillo craparo