A cura di Lillo Craparo – ex Sindaco di Sciacca (in provincia di Agrigento)
lillo.craparo@dconline.info *
Editorialista de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana
< SALVIAMO LE TERME DI SCIACCA E DI ACIREALE: LA CLAMOROSA PROTESTA DEI SINDACI E DELLE POPOLAZIONI DI FRONTE AD UNA GESTIONE SCANDALOSA DI QUESTI BENI PREZIOSI ! >.
Quest’oggi ha avuto ufficialmente inizio la marcia di protesta della città di Sciacca (AG) e dei centri viciniori, in primis dei Sindaci di due importanti cittadine del Belice (Santa Margherita Belice e Sambuca di Sicilia), verso Palermo e diretti più esattamente in Piazza Indipendenza, avanti Palazzo D’Orleans, la sede ufficiale della Presidenza della Regione Siciliana.
I motivi della simbolica ed eclatante protesta della classe dirigente locale, dei cittadini di Sciacca e della popolazione di questa importante fascia sud ovest della Sicilia, sono inequivocabilmente da attribuire alla pessima gestione da parte del governo Musumeci e dei suoi predecessori riguardo la vicenda delle Terme di Sciacca, chiuse da oltre cinque anni ed a tutt’oggi inattive.
Un patrimonio di grande valore e di enorme efficacia terapeutica e curativa, costituito da acque bromosodioioniche, che sgorgano dal Vulcano semi spento, che sorge sotto Monte San Calogero, a pochi chilometri dal centro abitato.
Le Terme erano il gioiello della città, con migliaia di cittadini, in primis i non residenti, che arrivavano nel centro marinaro, laddove l’On. Lillo Mannino ha maturato le prime esperienze nell’Azione Cattolica e poi nella Democrazia Cristiana,con l’elezione a deputato regionale all’Ars nel lontano 1967, alla nomina ad Assessore alle Finanze ed a seguire a parlamentare alla Camera e Ministro in diversi dicasteri.
Poi é accaduto che sulle Terme, per le quali si erano spesi il Sen. Giuseppe Molinari, in precedenza Sindaco di Sciacca, che fece ricorso al cosidetto azionarato popolare, con la gestione intelligente e manageriale del Dott. Manlio Valli, si sono concentrate le attenzione dei partiti, con soluzioni non sempre nobili e adeguate all’importanza della struttura, diventata Azienda Regionale.
Sono stati anni nei quali le Terme sono cresciute, con la realizzazione di alberghi, accanto allo stabilmento termale ed altri sul Monte San Calogero, dove era possibile sottoporsi alle stufe nelle grotte, con temperature da 40 a 70 gradi.
Insomma il Padreterno ha voluto dotare la città di risorse naturali eccezionali, in grado, come é avvenuto in altre parti d’Italia ed all’estero, di valorizzare le stesse, fornire cure alle popolazioni con l’utilizzo delle acque e delle stufe, creando lavoro e sviluppo. Questo sogno, purtroppo, si è infranto e interrotto di fronte alle incursioni pesanti della peggiore politica con la creazione delle Terme di Sciacca spa e poi negli anni a seguire con la messa in liquidazione della stessa.
Non diversa dalle Terme di Sciacca la situazione delle Terme di Acireale (CT), dove la gente non ha dimenticato gli errori e le nefandezze commesse per dilapidare il grande patrimonio costituito dall’Acqua Pozzillo, nota in tutta la Sicilia sino a quando é rimasta “pubblica” e poi chiusa, in coincidenza della gestione, affidata a privati, con gli stabilimenti, in stato di abbandono, rifugio di disperati e di senza tetto.
Per ritornare alle Terme di Sciacca, sulle stesse e sulle modalità di eventuale riapertura ,si è soffermato un giornalista brillante, come Filippo Cardinale, Direttore de “Il Corriere di Sciacca“, giornale online, che ha condotto e conduce battaglie coraggiose sui problemi che investono questa importante fascia della Sicilia, non sempre condivise da chi governa.
Da specialisti della materia, per evitare ulteriori fuochi d’artificio, vengono avanzate proposte sagge e conformi al diritto per uscire dal tunnel e puntare alla riapertura delle Terme: revoca della messa in liquidazione delle Terme di Sciacca spa e successiva e immediata ricapitalizzazione .
Soltanto cosi sarà possibile convincere eventuali investitori italiani e stranieri a puntare su Sciacca e sulle Terme, non mettendo da parte Acireale e le sue Terme, che soffrono gli stessi mali della consorella di Sciacca.
Spero che il Presidente della Regione e la Giunta, assieme all’Assemblea Regionale Siciliana, si rendano conto che il tempo é scaduto e che la protesta/arcia su Palermo da parte di Sindaci e cittadini comuni , con stazionamento avanti Palazzo D’Orleans, residenza del Presidente, serva a farli riflettere sulla scandalosa chiusura delle Terme di Sciacca e di Acireale, optando per soluzioni, legittime sul piano del diritto e idonee a mettere la parola “fine” a questa triste vicenda !
Lillo Craparo ex Sindaco di Sciacca (AG)
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