Sara Scazzi : il caso che fece commuovere gli Italiani.

Un altro caso che ha scosso l'Italia intera, protagonista di questa tragedia la giovane Sarah Scazzi, di 15 anni, uccisa il 26 agosto 2010, per cui sono state condannate in via definitiva la cugina Sabrina Misseri e la zia Cosima Serrano. con questo articolo si apre la Rubrica "Scomparsi" de ilpopolo.news.

Sara Scazzi : il caso che fece commuovere gli Italiani.

Ilpopolo.news vuole dare informazione con un Nuova rubrica “scomparsi” nata per dare risalto con articoli fatti nel dettagliato, sui tanti casi di cronaca delle persone scomparse, sui misteri delle morti bianche e sui casi di omicidi che da oltre mezzo la fanno da padrone sullo scenario criminale, ormai divenuto drammatico, di tante famiglie che non sanno dove sono i propri cari e nel caso deceduti, dare una degna sepoltura, tanti fatti che in Italia e all’estero sono accaduti senza mai sapere e scoprire un colpevole, dal caso di Ilaria Alpi, Emanuela Orlandi e Serena Mollicone ed oggi l’articolo della piccola Sarah Scazzi. Antonio Gentile vi proporrà Articoli dettagliati sui fatti di una mena cronaca che attanaglia sempre di più la nostra Italia

La mamma di Sarah Scazzi torna a parlare in tv,  Proprio la testimonianza di Concetta Serrano Scazzi è il contributo più importante sull’omicidio della figlia. La mamma della studentessa per la prima volta ha confessato di nutrire seri dubbi sul ruolo di sua sorella Cosima Serrano, condannata in via definitiva insieme alla figlia Sabrina Misseri all’ergastolo per aver ucciso Sarah Scazzi, mentre il marito, Michele Misseri, nonostante si sia dichiarato unico responsabile dell’uccisione della nipote, è stato invece condannato per il solo occultamento di cadavere a 8 anni di reclusione.

 

Queste le dichiarazioni di Concetta: “Non ho capito quale sia stato il ruolo di Cosima: se lei c’entrava, se lei lo fa per coprire sua figlia… Né Michele ha mai parlato di Cosima. C’è una ricostruzione però non sappiamo se corrisponde al vero”

È innegabile che vi siano delle zone d’ombra per ciò che concerne il ruolo di Cosima nell’omicidio di Sarah Scazzi, in primis Michele Misseri, (balzato alla cronaca come zio Michele) marito di Cosima e padre di Sabrina, in tutte le sue dichiarazioni non ha mai coinvolto la moglie. Accusò, prima di ritrattare più volte e autodenunciarsi, la figlia Sabrina ma non fece mai alcun accenno circa il coinvolgimento della moglie Cosima. Inoltre la prova principale che determinò l’arresto di Cosima Serrano fu la testimonianza del fioraio di Avetrana, il signor Buccolieri che mise a verbale il 9 aprile del 2011 di aver visto, quel 26 agosto verso le 13.20, Cosima e Sabrina rincorrere Sarah con la loro macchina dove l’avrebbero, infine, fatta salire con la forza. Il fioraio in seguito ritrattò e disse di aver sognato tutto. Ed infine il 17 luglio del 2012 durante il processo per l’omicidio di Sarah Scazzi, Buccolieri si avvalse della facoltà di non rispondere.

Ma andiamo a vedere cosa è successo un quel maledetto giorno che la piccola srara era in procinto di andare dalla cugina Sabrina Misseri, erano quasi le 14,25…..ma qualcosa andò storto, forse un litigio per il ragazzo che si contendevano Ivano Russo di 27 anni, poco dopo il silenzio, Sara dalle 14, 37 sparisce e cominciano le ricerche poche ore dopo , con la denuncia fatta della mamma che non la vedeva rientrare a casa. Dopo settimane di ricerche invano, si apre uno spiraglio nelle indagini, lo zio di Sara, Michele Misseri, denuncia al commissariato del paese di aver ritrovato il cellulare di Sara nei capi dove lui di solito andava a fare l’orto…da qui inizia il calvario per la famiglia Misseri.

Le indagini partono proprio dall’interrogatorio di Michele Misseri da parte degli inquirenti durato 10 interminabili ore, ma Michele Misseri crolla e fa una piena confessione eccone una ricostruzione: «E Sarah cosa faceva Miché?». «Se ne voleva andare… gridava. Ho detto “lasciala andare”. E Sabrina ha detto “no, mi deve dire prima la verità, cos’è successo…” poi in quel momento io ho perso la pazienza». Ci sono tre pagine, nell’ordinanza che ieri ha tenuto in carcere Sabrina Misseri, che si fa fatica a leggere. In quelle pagine c’è Sarah che sta morendo, ci sono le sue urla disperate, il suo pianto straziante e la corda di zio Michele a fermarle il respiro. Urla e lacrime Chiede il pubblico ministero Mariano Buccoliero: «Quando tu hai stretto la corda intorno al collo di Sarah, Sabrina ha continuato a mantenerla stretta a Sarah?». «No», risponde Michele Misseri, «si è presa paura e l’ha lasciata». E poi: «Quando la stavo stringendo Sabrina ha detto “lascia stare, ora l’ammazzi, eh”…mi ha detto “finiscila”, però la forza che avevo io era troppa». Michele dice che «Sarah stava piangendo mentre Sabrina la teneva» e che Sabrina pure piangeva ma non ha cercato di fermarlo, «si è presa paura, si è scioccata e se n’è andata sopra». Il giudice delle indagini preliminari Mariano Rosati scrive venti pagine per convalidare il fermo di Sabrina Misseri. «Ha dato un contributo decisivo» nell’omicidio di sua cugina Sarah Scazzi, annota. Ed è convinto: «Si è trattato di un’azione preordinata, probabilmente giunta ad esiti più gravi di quelli programmati (…) un evento scaturito da un empito improvviso», «un’azione cruenta e protrattosi per lungo tempo durante il quale, almeno finché Sarah non è caduta esanime al suolo, Sabrina l’ha tenuta e le ha impedito di muoversi», offrendo al padre quel «decisivo contributo agevolatore alla realizzazione dell’evento delittuoso».

Era tutto deciso «Un’azione preordinata», quindi. E ancora una volta sono i verbali dell’ultimo interrogatorio di Michele Misseri a chiarire come. «Quando ha stretto la corda al collo di Sarah aveva intenzione di ucciderla?» si legge a pagina 5 dell’ordinanza. «No, volevo darle solo una lezione». «E questo perché? Te lo aveva detto Sabrina?». «Sì… non si poteva sapere per gli altri… sapere in giro… in paese..». E il pubblico ministero: «Sapere in giro il fatto che lei aveva molestato la bambina?». «Sì». «E questo lo ha detto Sarah a Sabrina?». «Sì». Il magistrato vuole capire meglio: «Cioè, Sabrina le ha detto “papà, vedi che dobbiamo dare una lezione a Sarah sennò quella va in giro a dire che tu l’hai molestata”?» «Sì». «E questo lo ha detto lo stesso 26 agosto?»? «Sì».

Michele Misseri risponde a monosillabi. Spiega che quel giorno, l’ultimo della vita di Sarah, lui e Sabrina hanno deciso a pranzo che lei l’avrebbe portata in garage con le buone o le cattive e che lui l’avrebbe spaventata mettendole la corda al collo. Secondo la ricostruzione del giudice Rosati Sarah arrivò a casa Misseri alle 14.28, quando fece a Sabrina uno squillo sul cellulare come segnale per dirle che era arrivata, non che stava uscendo. L’omicidio, dice il gip, è avvenuto in sette minuti: nello spazio fra due sms inviati dal cellulare di Sabrina. Il primo (alle 14.28 e 40 secondi) in risposta all’amica Mariangela che stava arrivando a prendere lei e Sarah per portarle al mare e il secondo (alle 14.35 e 37 secondi) spedito all’amica Angela che le aveva scritto qualcosa quattro minuti prima e alla quale, ipotizza il gip, lei «non rispose immediatamente, secondo quello che pare essere una sua abitudine» perché in quei minuti sta uccidendo Sarah. Di Michele Misseri il giudice scrive che «è uno dei peggiori chiamanti in correità che un giudice si augurerebbe di trovarsi davanti: ha parlato dopo oltre 40 giorni dal delitto, ha reso una confessione densa di punti non chiari e ancora oggi insoluti e l’ha emendata e integrata più volte solo al termine di interrogatori fluviali».

Scrive ancora il Gip, adombra sospetti sul padre di Sarah adducendo che alcune persone glielo avevano descritto come uno che allunga le mani alle donne. E poi ci sono due sms inviati da Sabrina a sua sorella Valentina il giorno che suo padre finse di ritrovare il telefonino di Sarah, il 29 settembre: «Poi parliamo meglio, non dire niente altrimenti metti nei casini papà» e «Poi parliamo, non deve sapere niente né la zia e né la mamma, è quello della Sarah, zitta, non lo devono sapere altrimenti parlano, quando torni ti racconto»

IL corpo di Sarah Scazzi, la quindicenne sparita da Avetrana  il 26 agosto scorso, fu  ritrovato nella notte del 6 ottobre, dopo la confessione dello zio materno. Michele Misseri … “L’ho strangolata in un garage vicino a casa – ha detto gli investigatori, poi l’ho portata in campagna: ho bruciato i vestiti, sotterrato il corpo”. Prima di occultare il cadavere, l’uomo l’ha anche violentata”. Individuato il pozzo dove lo zio avrebbe occultato il corpo di Sarah, è stato necessario l’intervento dei sommozzatori perché il fosso, profondo circa 1 metro, era pieno d’acqua. Il corpo, trovato nudo e in posizione fetale, è emerso verso le 2 di notte.

Misseri, viene fermato con l’accusa di omicidio volontario, ha indicato il luogo dove la ragazza è stata uccisa lo stesso giorno della scomparsa, un terreno vicino a un casolare di proprietà della famiglia a un paio di chilometri circa da Avetrana, in località Mutunato, proprio dove Misseri aveva detto di aver ritrovato il cellulare di Sarah. Il particolare del ritrovamento del telefonino ha dato una svolta alle indagini.

È il 29 settembre quando lo zio racconta di averlo ritrovato con modalità che agli inquirenti appaiono subito sospette. L’esame dei carabinieri del Ris di Roma, esclude che sia stato per oltre un mese esposto alle intemperie. Per gli inquirenti quel ritrovamento è stato un maldestro tentativo di depistaggio. Che però ha dato la svolta decisiva alle indagini. Fondamentale anche l’intercettazione ambientale della cugina Sabrina Misseri che, parlando con la madre, aveva detto piangendo: “Tanto so che l’ha presa lui”. Il giorno della sua scomparsa, Sarah sarebbe dovuta andare al mare proprio con Sabrina.

La scomparsa della giovane Sarah ha avuto un immediato ed enorme risalto mediatico, dal principio l’attenzione dei media si concentrò sulla vita privata di Sarah, analizzando le sue abitudini, il suo diario segreto ed il suo profilo di Facebook alla ricerca di eventuali motivi che avrebbero spinto la ragazza ad una possibile fuga da casa. Sarah fu dipinta dai media come un’adolescente inquieta, che frequentava sul web ragazzi molto più grandi di lei e capace di progettare la propria scomparsa per diventare famosa e poter finalmente fuggire da un paesino dove si annoiava e si sentiva oppressa da una madre con cui frequentemente litigava; viceversa la madre, gli amici ed i parenti (compresa la cugina Sabrina) rinnegavano tale immagine e continuavano a sostenere la tesi del rapimento, anche se le modeste condizioni economiche della famiglia rendevano tale ipotesi poco probabile.

Inizialmente le indagini dei Carabinieri si orientarono verso una fuga della ragazza o su un sequestro ad opera di un uomo che l’avrebbe adescata su Facebook. Le ricerche della ragazza andarono avanti per tutto il mese di settembre, in un crescendo di interesse mediatico che vide la madre e i suoi familiari (in particolare la cugina Sabrina) ospitati dalle principali trasmissioni televisive per lanciare appelli per il ritorno di Sarah a casa.

Il 21 febbraio 2017  la Corte di Cassazione  ha confermato le condanne all’ergastolo per Sabrina Misseri e Cosima Serrano, 8 anni per Michele Misseri per soppressione di cadavere e inquinamento delle prove, 4 anni e 11 mesi per Carmine Misseri e un anno e quattro mesi a Vito Russo jr. e Giuseppe Nigro per favoreggiamento personale. Nelle motivazioni della prima sezione penale della Corte di Cassazione si sottolineano le «modalità commissive del delitto» e la «fredda pianificazione d’una strategia finalizzata, attraverso comportamenti spregiudicati, obliqui e fuorvianti, al conseguimento dell’impunità», Sabrina Misseri avrebbe «strumentalizzando i media» e deviato le investigazioni come «astuto e freddo motore propulsivo» verso «piste fasulle».

 

Il corpo di Sarah è sepolto presso il cimitero comunale di Avetrana..

Con questo articolo si apre una pagina dedicata alla cronaca e ai casi di persone scomparse, con Scomparsi a cura della redazione de Il Popolo e scritte da Antonio Gentile.