LA FIGURA DELLA BEATA EDVIGE CARBONI CI AIUTA AD APPROFONDIRE LA “DOTTRINA DEI NOVISSIMI” ! * PRIMA PARTE

LA FIGURA DELLA BEATA EDVIGE CARBONI CI AIUTA AD APPROFONDIRE LA “DOTTRINA DEI NOVISSIMI” ! * PRIMA PARTE

A cura di Franco Capanna (Teramo)

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Sindacalista – Giornalista – Scrittore

Vice-Presidente nazionale del Movimento Seniores della Democrazia Cristiana Italiana 

Editorialista de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana

e di Angelo Sandri (Cervignano del Friuli/Udine)

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Segretario politico nazionale della Democrazia Cristiana italiana

Direttore Responsabile de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana

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Alla nostra morte Gesù ci apparirà e ci dirà se vogliamo pentirci dei nostri peccati ancorchè gravi e fossero come di colore scarlatto .

La Chiesa – nella sua azione pastorale – ha nel passato assai utilizzato i mistici e “mortuali exempla” per inculcare nel popolo cristiano la dottrina dei Novissimi e per educare i fedeli alle pie pratiche di suffragio delle anime del Purgatorio.

In questa particolare specie di “fioretti” abbiamo quindi due tipologie.

La prima è quella di mistici che “in visione” hanno visto l’anima del defunto circonfuso dalla gloria divina (come ad esempio santa Maria Maddalena de’ Pazzi che “vide” San Luigi Gonzaga varcare la soglia del Paradiso subito dopo la morte).

La seconda, che è anche la tipologia più nutrita, è quella invece in cui abbondano le apparizioni di anime purganti che si rivolgono direttamente al “veggente” per chiedere suffragi e in special modo celebrazioni di Sante Messe per essere al più presto liberato dalle pene del Purgatorio.

Ci ha piuttosto colpito – ad esempio – proprio a questo proposito la visione di Benito Mussolini che apparve tra le fiamme alla serva di Dio Edvige Carboni chiedendo – con tono irruentemente perentorio- suffragi per la propria anima.

Il fatto menzionato ci porta dunque a voler approfondire la figura di Edvige Carboni, della quale probabilmente non tutti hanno sentito parlare e che merita – a nostro avviso – di essere maggiormente conosciuta.

Edvige Carboni nacque a Pozzomaggiore, un piccolo centro in provincia di Sassari, il 3 maggio del 1880. Secondogenita di Giovanni Battista Carboni e Maria Domenica Pinna, crebbe, insieme ad altri quattro fratelli, in un ambiente familiare in cui respirò una fede profonda e autentica.

La mamma fu testimone di alcuni fatti straordinari che accaddero alla nascita della piccola Edvige e che sembravano predestinarla a un’esistenza fuori dal normale.

Raccontava di aver visto nella stanza della casa materna in cui partorì, come una sfera luminosa, una sorta di ostensorio che illuminò la camera. Il giorno dopo scorse sulla parte alta del petto della neonata una croce, che rimase ben visibile per tutta la vita.

Ancora qualche giorno dopo la nascita, nella camera in cui la bambina dormiva, uno sciame di api bianche svolazzò per un po’ sopra la sua culla senza farle alcun male.

Sin da piccola la mamma le fece imparare tutto ciò che serviva ad una giovane per la gestione della casa: le insegnò personalmente l’arte della tessitura. Notando la sua inclinazione all’arte del ricamo la mandò, per un breve periodo, ad Alghero dalle suore di San Vincenzo, che erano esperte ricamatrici e seguivano tutte le fanciulle che volevano imparare quest’arte.

Soprattutto, ogni giorno, la bambina, in compagnia della mamma o della zia, seguiva la Santa Messa e al pomeriggio sostava davanti a Gesù Sacramentato.

Già in tenera età iniziarono le visite celesti: il suo Angelo Custode le fece capire che il Signore la voleva tutta per sé.

A soli cinque anni, Edvige fece voto di castità: fu una delle sue più grandi virtù. Molti infatti potevano non credere ai fenomeni mistici, ma non certo alla sua indubbia moralità, dichiarata angelica e irreprensibile da tutti i testimoni ai processi canonici.

Nel 1886 fece il suo ingresso alle scuole elementari che frequentò con profitto fino alla quarta classe. Cominciò a seguire anche le lezioni di catechismo addentrandosi così, piano piano, nel mistero di Dio.

Edvige cresceva in grazia e sapienza. Nel 1891 ricevette la Prima Comunione, accostandosi per la prima volta a Gesù con trepidazione e un amore infinito. Maturò in questo periodo il desiderio di entrare in convento, di essere solo del Signore e consacrargli tutta l’esistenza. Ma la stessa mamma, che le aveva profetizzato: «Preparati a soffrire con amore» (Diario, p. 156), le chiese di fare la sua più grande e dolorosa rinuncia.

Essendo ormai molto malata, pregò la figlia di accantonare il suo desiderio di consacrazione religiosa per starle accanto ed aiutarla nei lavori di casa. Edvige, dietro consiglio del suo confessore, obbedì: avrebbe potuto servire il Signore anche assistendo l’intera sua famiglia.

Vedere i genitori contenti e i fratelli sereni era per lei motivo di gioia. Si spendeva per tutti senza mai lamentarsi o chiedere qualcosa in cambio.

Negli anni perfezionò l’arte del ricamo, tanto da diventare un’abile ricamatrice: i suoi lavori erano apprezzati da tutti. Grazie al suo lavoro, unito a quello del padre, contribuì al mantenimento agli studi del fratello Galdino e della sorella Paolina, che prese il diploma di maestra elementare nel 1918, a Cagliari.

La sua esistenza era sempre più legata al Signore. Offriva a Lui ogni sofferenza: in più, si mortificava a pranzo col prendere poco cibo e solo un pezzo di pane a cena. Pregava per i peccatori e invocava la misericordia di Dio per le anime del Purgatorio.

Tutta la sua vita fu preghiera: pregava mentre lavorava, quando riassettava la casa, quando ricamava; non conosceva l’ozio. Si recava in chiesa solo dopo aver terminato i suoi doveri. Di fronte a tanta generosità, abnegazione e virtù, il Signore non poté che ricompensarla compiendo in lei grandi cose.

 

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Franco Capannna
1 anno fa

Considerevole l’apporto del presidente dottor Angelo Sandri al mio scritto amplificando la figura di Edwige Carboni in completezza
Sono sulla via della completa guarigione dopo incidente avuto e in corso una cura di sostegno da integratori per battere la debolezza.
Nessuno deve sottovalutare questo prezioso scritto perché Gesù Cristo appare ad ognuno in punto di trapasso se pentito di una vita particolare di peccato e rifiuto della Fede,in gioco il futuro eterno ovvero Paradiso inferno eterno dopo un periodo di prova in Purgatorio.
Mussolini dice la beata che é stato sei anni ma Adolf Hitler ha rifiutato Gesù e finito per propria scelta all’inferno .
Dunque cautela e riflessione.