www.ilpopolo.news * di GABRIELLA SCALAS *
La “Nuova” Democrazia Cristiana deve essere espressione del ceto medio che oggi è stato spinto verso il burrone della povertà e che non trova espressione in nessuno dei partiti o meglio … ingrossa le fila del partito degli astenuti al voto. Che ci vuole a capire un concetto così semplice?
La lega rappresenta un certo populismo nazionalistico. Il movimento 5 stelle non ha una filosofia di fondo. Dice di essere la DC perché secondo questo movimento essere della DC significa andare da destra a sinistra. Non è così. Una cosa sono le correnti, una cosa è la politica dei due forni.
Forza Italia oggi non ha la forza di far capire che delle cose buone sono state fatte. Questo accade oggi sia per le tante vicissitudini, sia perché il leader pure forte è comunque molto in là negli anni (Tajani non sarebbe un cattivo sostituto). Peraltro il partito ha fatto un po’ lo sbaglio di andare dietro ai populismi gialloverdi….cosa che si paga perdendo l’identità e subito dopo i pezzi.
Il PD ha messo in scena uno dei tramonti più spettacolari degli ultimi 30 anni e comunque nel periodo renziano ha rappresentato la finanza e non i poveri e i nuovi poveri.
Serve un nuovo soggetto politico, non ci sono dubbi. E per dirla tutta, dovrebbe nascere già con un taglio europeo. Dovrebbe avere già da ora dei gruppi di discussione tematici tra parti sparse in Europa che sentono le stesse esigenze e si riconoscono negli stessi problemi….Ma si può sempre migliorare.
Servono persone forti: di cervello, di cuore e anche di stomaco perché la politica è bella e terribile come la scena di un esercito in guerra….
Se non siete fifoni….le porte sono aperte !
GABRIELLA SCALAS – CATANIA * < gabriella.scalas@dconline.info >
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Sono in sintonia, ma se vogliamo guardare ai giovani essi dovranno essere formati sia Cristianamente che Democraticamente. Occorre rivolgersi ai poveri, ma non cadere nell’assistenzialismo. Occorre una classe politica con idee chiare, non soggette ai vecchi “dogmatismi ” ma orientati a una sistema innovativo di intendere la gestione della “res publica ” scevra da legami con le “lobby “, i cui effetti sono tutt’oggi ben visibili.
È necessario una politica di rilancio dell’economia, iniziando dalla realizzazione di progetti inerenti le infrastrutture, strumento importante per lo sviluppo economico. Ci sarebbe molto da dire, ma mi soffermo per concludere che i Comuni d’Italia dovrebbero adottare anch’essi politiche di sviluppo economico in modo da partecipare adeguatamente all’accrescimento del PIL.
A. P.
Siamo in sintonia e per esempio per quanto riguarda la realizzazione di infrastrutture innovative sto seguendo parecchio il lavoro che l’Europa sta facendo con l’Unione Energetica, buono certamente nell’obiettivo di assicurare l’approvvigionamento energetico e di abbassare i prezzi limitando la povertà energetica. Ovviamente l’assistenzialismo non è una soluzione sostenibile, però a mio avviso i modi per migliorare le condizioni di una classe (il ceto medio) fatto di impiegati e piccoli imprenditori non stanno neanche nel dare i soldi ai colossi affinché assumano. Abbiamo visto che questa soluzione non funziona. Magari bisogna operare degli interventi strutturali per dare l’opportunità a chi ha spirito imprenditoriale di fare impresa (pmi) e quindi assumere. Non parlo solo di abbassare le tasse ma anche di incentivare le reti di imprese in modo massiccio e di sostenere le stesse nell’export. Nel frattempo non formare solo una nuova classe di lavoratori “high tech” per così dire, che alla fine sapranno solo scegliere quali bottoni schiacciare. Ma piuttosto sostenere la ricerca e l’innovazione creando i famosi competence center non a partire dai soliti carrozzoni universitari (e per bando) ma basandosi su una rete di vari stakeholder per poi formare una nuova classe di imprenditori che sanno a quali innovazioni guardare. Io vedo che oggi si punta su industria4.0 e mi sembra che si voglia dare il processo decisionale sull’innovazione all’università e ai soliti consorzi, per poi fare dei giovani solo meri tecnici. Così si creano nuovi poveri, molto preparati tecnicamente ma poi sottopagati. A noi invece serve ripristinare il tessuto imprenditoriale da far crescere nell’ambiente giusto e in grado di assumere e pagare il giusto i tecnici. Abbiamo una UE che ha capito l’importanza delle pmi. Sfruttiamola. Insomma, il discorso è lungo e per commenti non è semplice articolare un argomento di questa portata. Spero di avere l’opportunità di approfondire la questione.
G,S
Coraggio.