Per la Rubrica “Scomparsi” abbiamo voluto dedicare a Silvia questo articolo, anche per dare voce e non dimenticare questa ragazza che era in Kenya per un’operazione umanitaria e per aiutare i bambini di un villaggio.
Pare che arrivino buone notizie dall’Africa e la polizia kenyota è convinta che la cooperante italiana, Silvia Romano, rapita il mese scorso nel villaggio di Chakama, nel sud-est del Paese, sia «ancora viva» e che «non sia stata portata fuori dal Kenya». Lo ha riferito, in un briefing sulla sicurezza, il comandante della polizia della costa, Noah Mwivanda. «Abbiamo informazioni cruciali, che non vi possiamo rivelare, che ci fanno pensare con certezza che Silvia Romano sia ancora viva e che la troveremo», ha spiegato. «Abbiamo sul campo tutte le risorse necessarie per l’operazione e sappiamo che è ancora in Kenya», ha assicurato.
La speranza che non hai mai smesso di cedere è servita a qualcosa per i familiari di Silvia, che nel giorno di natale hanno ricevuto il comunicato che la ragazza sia ancora in vita.
La polizia keniana è rimasta nell’assoluto riserbo in questi giorni, non lasciando trapelare notizie sulla terribile vicenda che ha colpito la giovane.
Ma ieri, la bella notizia avvenuta in un giorno di speranza che durante l’ufficialità di un briefing sulla sicurezza nella contea di Kifili, il comandante della polizia regionale Noah Mwivanda ha sostenuto che sia viva, tenuta nell’area del Tana River a nord di Malindi, e che si trovi ancora in Kenya. Ma non si sbilancia di più nelle dichiarazione, in quanto sono a conoscenza di informazioni che potrebbero essere fondamentali per ritrovare in tempo la giovane.
Infatti Silvia Romano era stata rapita il 20 novembre 2018 da un gruppo di tre persone, che dopo averla colpita sul volto l’hanno portata via facendo perdere ogni traccia. Il fatto è accaduto Chakama, a 80 chilometri da Malindi, dove la giovane stava facendo la cooperante. Rimasta l’unica straniera nel villaggio è stata così presa di mira.
Nel frattempo i confini sono stati messi sotto sorveglianza, soprattutto le vie che possono far accedere alla Somalia. L’intenzione dei rapinatori è di vendere la ragazza a gruppi terroristici islamici legati ad Al Shabaab, secondo a quanto affermato da uno dei tre delinquenti che la polizia è riuscita ad arrestare.
Un caso anomalo nel suo genere, che potrebbe, e ce lo auguriamo tutti, andare sicuramente a buon fine, è ora che la Silvia ritorni in Italia ad abbracciare i propri cari.
di Antonio Gentile