Un passo in avanti nella lotta all’anoressia. Stop ai modelli estetici “anoressici” nella pubblicità: entra in vigore una modifica del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale che introduce, all’articolo 12 bis, “il divieto di utilizzare immagini del corpo ispirate a modelli estetici chiaramente associabili a disturbi del comportamento alimentare nocivi per la salute”. Lo annuncia lo Iap, l’Istituto dell’autodisciplina pubblicitaria.
L’art. 12 bis del Codice Iap – ricorda l’Istituto nella nota – disciplina “la comunicazione commerciale di prodotti o servizi suscettibili di presentare pericoli, in particolare per la salute, la sicurezza e l’ambiente e, in generale, vieta il ricorso in pubblicità a rappresentazioni che possano indurre il pubblico a sottovalutare le regole di prudenza o a ridurre il senso di vigilanza e responsabilità verso i pericoli”. Con le modifiche, la norma “include ora in modo esplicito anche quelle rappresentazioni che richiamano palesemente condizioni patologiche del comportamento alimentare, come l’anoressia e la bulimia”.
Con le modifiche, la norma “include ora in modo esplicito anche quelle rappresentazioni che richiamano palesemente condizioni patologiche del comportamento alimentare, come l’anoressia e la bulimia“. La modifica, spiega ancora lo Iap, “nasce dalla consapevolezza degli operatori della comunicazione che i modelli estetici proposti dalla pubblicità possono in qualche misura condizionare soprattutto il pubblico dei più giovani nel perseguire determinati stili di vita e canoni estetici.
“Certamente i disturbi del comportamento alimentare sono legati a particolari condizioni di disagio psichico le cui cause sono molteplici. Tuttavia inseguire dei modelli estetici veicolati dai mass media che esaltano le ‘icone della magrezza’ può contribuire negativamente ad alimentare tali disagi”.
Da qui “l’assunzione di responsabilità da parte dell’Istituto, degli enti e degli operatori che ne fanno parte, nel dare il proprio contributo a vigilare su questo nuovo fronte, attivando i propri meccanismi di sanzione laddove si riscontrino messaggi in contrasto con la nuova norma”.
Per il segretario generale dello Iap, Vincenzo Guggino, si tratta di “un ulteriore passo avanti nella tutela del pubblico dei più giovani, obiettivo sempre perseguito dal codice Iap con norme specifiche, come l’articolo 11, che vieta tra l’altro di indurre ad adottare l’abitudine a comportamenti alimentari non equilibrati, o trascurare l’esigenza di seguire uno stile di vita sano. Impegno che ha portato, peraltro, l’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria a firmare già nel 2014, un protocollo con il Garante per l’infanzia e l’adolescenza”.
di Antonio Gentile