E’ un grande giorno, su Marte è stato trovato un lago sotterraneo di acqua liquida. La sensazionale scoperta è stata effettuata da un team italiano.
La scoperta di un grande lago salato sotto la superficie del Polo Sud di Marte, a un chilometro e mezzo di profondità, è merito del duro lavoro di un team di 22 scienziati italiani, che ha analizzato a fondo i dati raccolti dalla sonda dell’Agenzia Spaziale Europea ExoMars. Il lago ha tutte le carte in regola per poter ospitare vita aliena.
Il lago, benché profondo e buio, in base ai rilievi ha quasi tutte le condizioni per ospitare la vita: manca solo la presenza acclarata di una fonte di energia, che si ritiene possa esserci. Ciò renderà le prossime missioni spaziali su Marte ancor più emozionanti, tenendo presente che in un lontano passato il pianeta è stato abitabile con una sua solida atmosfera. Gli ‘eredi’ dei microorganismi potenzialmente vissuti in quel lontano e florido periodo, potrebbero infatti ancora trovarsi nel lago, la cui scoperta è considerata una delle più importanti degli ultimi decenni sul Pianeta Rosso.
Si trova a un chilometro e mezzo di profondità, e si estende trasversalmente per 20 chilometri sotto la calotta polare meridionale di Marte. È un lago sub-glaciale rilevato dalla sonda Mars Express dell’Agenzia spaziale europea (ESA), che pone fine a un annoso dibattito. Lo annuncia su “Scienze” un articolo firmato da Roberto Orosei, dell’Istituto di radioastronomia dell’Istituto nazionale di astrofisica (INAF), e colleghi di un ampio gruppo di ricerca tutto italiano autore della scoperta, che ha coinvolto, oltre ad altri istituti INAF, anche le università di Roma “Sapienza”, Roma Tre, “Gabriele d’Annunzio” di Pescara, istituti del Consiglio nazionale delle ricerche e Agenzia spaziale italiana.
La presenza di acqua su Marte è oggetto di studio da decenni. Si sa che nell’atmosfera del pianeta sono presenti piccole concentrazioni di vapore acqueo, e che la superficie marziana è punteggiata da strati di ghiaccio. In corrispondenza dei poli, inoltre, si osservano spesse coltri glaciali, simili a quelle terrestri.
Dall’analisi di 29 serie di campionamenti della zona, è emersa un’improvvisa discontinuità a circa 1,5 chilometri di profondità che si estende in senso orizzontale per 20 chilometri. Il profilo radar di quest’area è proprio simile a quella dei laghi sub-glaciali scoperti in Antartide e in Groenlandia, indicando che l’ipotesi di partenza dei ricercatori era corretta.
Rimane solo da spiegare se effettivamente il punto di fusione dell’acqua in quelle condizioni – temperatura intorno a -74 °C, e la pressione di 1,5 chilometri di coltre glaciale sovrastante – sia talmente basso da giustificare la presenza di acqua liquida. L’ipotesi di Orosei e colleghi è che nell’acqua marziana siano disciolti sali di magnesio, calcio e sodio, presenti in abbondanza nelle rocce di Marte, che rendono l’acqua salmastra, abbassandone ulteriormente la temperatura di solidificazione.
Secondo la geofisica Elena Pettinelli, quella scoperta sul pianeta rosso è “una nicchia biologica perché sicuramente i batteri potrebbero vivere in queste condizioni, così avviene anche in Antartide con i batteri estremofili”. Pettinelli, geofisica del Dipartimento di Fisica e Matematica dell’Universita’ degli Studi di Roma Tre, ricorda l’esclamazione degli scienziati quando hanno capito di aver scoperto acqua liquida e salata su Marte. “‘Accidenti questa è proprio acqua!’ abbiamo urlato”, riferisce Pettinelli.
“Sono decenni che il sistema spaziale italiano è impegnato nelle ricerche su Marte insieme a Esa e Nasa” ricorda Battiston. “I risultati di Marsis -afferma ancora il numero uno di Asi- confermano l’eccellenza dei nostri scienziati e della nostra tecnologia e sono un’ulteriore riprova dell’importanza della missione Esa a leadership italiana ExoMars, che nel 2020 arriverà sul Pianeta Rosso alla ricerca di tracce di vita”.
di Antonio Gentile