A cura di Giuseppina Papa (Frosinone)
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Segretario regionale del Movimento Femminile e per le Pari Opportunità della Democrazia Cristiana della regione Lazio
Componente del Consiglio nazionale della Democrazia Cristiana
Editorialista de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana
< TEMI DEL XXIV CONGRESSO NAZIONALE DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA (ROMA – 15/16 DICEMBRE 2023): “LA GIUSTA MERCEDE” > – (SECONDA PARTE).
Completiamo dunque l’analisi sul tema < La giusta mercede > la cui riflessione riteniamo utile in vista del XXIV Congresso nazionale della Democrazia Cristiana che si svolgerà a Roma nei giorni 15 e 16 dicembre 2023 (al Centro Congressi “Casa Tra Noi” – Via del Gallo 113 – Roma)
Il lavoro + purtroppo sempre più problematico, sofferente e, se si continua di questo passo, sempre più carente, anche per una ragione fino a ieri inimmaginabile, quanto meno non su larga scala: e cioè che i lavoratori in carne ed ossa rischiano di essere in gran parte, gradualmente, sostituiti da macchine.
Un pericolo questo non da sottovalutare e di cui non a caso pontificano sempre più frequentemente i padroni della cosiddetta intelligenza artificiale, come per esempio Elon Musk il quale non esita a parlare apertamente della necessità, per gli anni a venire, di un “reddito universale” da destinarsi a milioni di persone che prevede corrano il rischio di essere private di un’attività lavorativa in quanto soppiantate dai robot.
A questo punto viene spontaneo porsi una domanda.
Visto che nessuno dà nulla per nulla, c’è il pericolo reale che questa apparente generosità possa essere sottoposta, nel tempo, ad una estremizzazione tipo “credito sociale cinese”?
In pratica si correrà il rischio di diventare tutti schiavi di un sistema che non ti permette di fare nulla se si trasgredisce a regole imposte e che non si possono rifiutare e neanche soltanto criticare?
A dimostrazione di questa sorta di “rivoluzione” tecnologica contro l’uomo nel campo del lavoro, che si spera non trovi mai completa attuazione, se non nella misura in cui sia di solo supporto e non di cancellazione dell’attività umana, bisogna prendere atto che oltre ai vari strumenti tecnologici già presenti nel settore produttivo, che sostituiscono il lavoro dell’uomo, si stanno avviando anche in Italia, esperienze di negozi mancanti di personale.
E’ il caso per esempio del primo supermercato “cashierless” aperto nel Trentino Alto Adige, dove, utilizzando l’intelligenza artificiale e le nuove tecnologie, viene consentito ai clienti di fare la spesa prendendo i prodotti direttamente dagli scaffali e pagando con moneta elettronica; quindi soprassedendo alla presenza e all’ausilio di casse e cassieri, di fatto assenti.
Dunque dobbiamo riflettere sul lavoro come diritto umano: per la propria dignità, il proprio sostentamento, la propria libertà.
E non a caso Gesù Cristo rivoluziona, trasformandolo profondamente, lo stesso concetto di lavoro e di giusto compenso.
Ma è già nell’Antico Testamento che si possono trovare le premesse che spiegano il valore del lavoro per la creatura umana.
Quando infatti Dio rivela ad Adamo ”Mangerai il pane col sudore del tuo volto”(Genesi 3:19), si comprende chiaramente che ciò che viene data come legge temporale è, nello stesso tempo, una legge pensata per la salvezza dell’anima di Adamo, del primo uomo, che ha trasgredito la legge di Dio, tanto che si può affermare che non esiste, in questo senso, una distinzione tra lavoro spirituale, mentale e fisico.
In questa prospettiva e a maggior ragione, Dio stesso conferisce significato e valore all’attività lavorativa, dal momento che Egli stesso può essere considerato il primo dei lavoratori, poiché crea e così facendo lavora e continua a “lavorare” mantenendo in armonia ed equilibrio l’universo.
L’uomo essendo fatto “a Sua immagine”, a immagine di Dio, è posto a custodia dell’Eden, del giardino terrestre, e pertanto non potrebbe a sua volta fare diversamente.
E così come Dio nell’atto della Creazione lavorò sei giorni e il settimo si riposò, concludendo che aveva ben operato, allo stesso modo del suo Creatore l’essere umano dovrà disporre del necessario e meritato riposo del corpo e della mente affaticati in un giorno dedicato, e l’opera da lui prestata dovrà ricevere la giusta gratificazione e il dovuto riconoscimento.
Il lavoro diventa dunque, in questa visione, un chiaro riflesso dell’opera di Dio.
Ed essendo Egli, il Creatore, giusto e buono, così sarà anche la sua opera.(Salmo25,8;Efesini 4,28).
Allo stesso modo, nel rispetto delle sue leggi, altrettanto degno di considerazione sarà anche il lavoro della sua creatura.
Da ciò la diretta conseguenza che ogni lavoro onesto, dal più umile al più prestigioso, possiede una sua dignità, che dev’essere realizzato nel migliore dei modi e infine, che va considerato come una missione di vita e non semplicemente come un mero semplice mezzo di sostentamento.
Del resto anche lo stesso Gesù aiutava suo padre putativo S. Giuseppe nel lavoro di falegnameria, a dimostrazione che la pigrizia oltre che essere un vizio da evitare è, nello stesso tempo, un blocco all’espressione della natura stessa dell’uomo, il quale, in essenza, è e rimane oltre che una creatura spirituale che possiede il sigillo di Dio, anche un “homo faber”, un essere in grado di costruire mediante intelletto, forza, azione e volontà.
Concludendo, lavorare non può essere definita più soltanto una semplice attività materiale, intellettuale e/o spirituale ma anche altro: si tratta di qualcosa che rientra nella valenza di un vero e proprio progetto divino per l’essere umano e per questo va protetto e tutelato in ogni suo aspetto e prerogativa.
Giuseppina Papa
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XXIV CONGRESSO NAZIONALE DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA – 15/16 DICEMBRE 2023 – CENTRO CONGRESSI “CASA TRA NOI” – ROMA
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Un articolo forte che tocca argomenti importanti che sottolinea il valore del rispetto della persona e del lavoro da un lato e purtroppo la svalorizzazione della PERSONA che sta purtroppo iniziando a essere sostituita dalla tecnologia sempre più innovativa e in questo caso deleterio perché a poco a poco distruggerà, l’ essere umano, nel suo essere , nei suoi valori , nella sua anima . Questo è immorale e inaccettabile , complimenti ancora per l’articolo