Tra il dire e il fare ci passa di mezzo il mare: 15 ore al pronto soccorso per essere visitata !

Tra il dire e il fare ci passa di mezzo il mare: 15 ore al pronto soccorso per essere visitata !

A cura di Giovanni Paolo Deidda (Roma)

giovannideidda@dconline.info * cell. 345-2440791 *

– Responsabile della Democrazia Cristiana Internazionale per i rapporti con la Unione Europea

–  Segretario nazionale D.C. del Dip.” Attività Economico/produttive e Problematiche del Lavoro”.

– Componente del Consiglio Nazionale della Democrazia Cristiana 

– Componente della Direzione nazionale della Democrazia Cristiana 

Riceviamo e pubblichiamo volentieri la riflessione di Anna Dora Delli Carri,Segretario del Dip. “Attività produttive e problematiche del lavoro” Democrazia Cristiana del X Municipio di Roma Capitale, che racconta una traumatica esperienza al pronto soccorso. 

Rag,ra Anna Dora Delli Carri.

La parola ha un valore enorme a condizione che venga proferita non da un gaglioffo, come il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, intervistato nel mese di ottobre scorso da Giovanni Floris a diMartedì su La7, dove  ha preso di mira il nuovo governo , proferendo la seguente frase:

“Non vi azzardate a tagliare sulla sanità. Faremo le barricate per tutelare la salute”.

 

Non mi sarei mai aspettata un discorso così lapalissiano da un politico del calibro di Zingaretti.

L’onorabilissimo presidente sopracitato, ha continuato il suo sproloquio citando, addirittura, con una indicibile sfrontatezza l’art. 32. della Costituzione italiana che recita:  “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti…

E termina: La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.

In questi anni mi è capitato spesso di leggere articoli che menzionavano come artefice della chiusura di decine di ospedali nel Lazio e della  diminuzione drastica del personale, il presidente Zingaretti.

La mattina del 9 gennaio, ho avuto modo e tanto tempo (circa 15 ore, corrispondenti alla mia permanenza al pronto soccorso) per vivere da protagonista quanto letto per anni sui quotidiani.

Per un infortunio sul lavoro, dovuta ad una caduta accidentale, sono stata costretta a recarmi, mio malgrado e con il mio mezzo personale, in quanto tutte le ambulanze pubbliche erano occupate per casi più gravi del mio (così mi  e’ stato  riferito dal personale del 112), al pronto soccorso dell’ ospedale Grassi di Ostia.

Qui ho assistito, ad un vero e proprio tsunami: per ore ed ore, come un fiume in piena, si sono presentati al triage, un centinaio di persone, ambulanze che arrivavano di continuo, parcheggiando nelle sale del pronto soccorso decine di pazienti

Ho constatato che “quei  poveracci” preposti al triage erano in due, per ogni cambio turno.

D’altronde anche i medici, si sono trovati in due a gestire, alle ore 22, ben 82 pazienti, in attesa di prima visita, che si lamentavano per i dolori fisici legati, soprattutto, alla interminabile attesa: pareva di stare ai confini tra immaginazione e realtà.

Per ben 6 volte, le forze dell’ordine sono state chiamate dai pazienti per lamentele o dagli operatori ospedalieri, per le continue vessazioni subite.

Purtroppo quanto descritto sopra non capita solo ad Ostia, ma in tutti gli ospedali del Lazio in particolare in quelli della Capitale.

Però il tutto passa in sordina perché il “personaggio” Zingaretti con i suoi amici di merenda hanno codesta capacità.

Lo fanno da un piu’ di un decennio: chi ci rimette è sempre la popolazione, soprattutto le fasce più deboli come bimbi ed anziani, persone impaurite, inconsapevoli di ciò che accade loro intorno a loro.

Persone che sono state ammaestrate da una classe politica che mente e lo fa con una tale  naturalezza, che riescono a crederci anche coloro che inizialmente potevano avere dei dubbi sulla non veridicità delle cose.

Potrei continuare a scrivere, come se non ci fosse un domani, ma preferisco fermarmi qui e concludere con una frase semplice ma di effetto, come si recita alla fine di uno dei migliori film cult:

“Sveglia, o popolo …è ora di scagliarsi contro drappo rosso”.

 

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