A cura di Danilo Bazzucchi (Perugia) * danilo.bazzucchi@dconline.info * Capo Ufficio stampa regionale della Democrazia Cristiana della regione Umbria * e di Giovanni Paolo Deidda (Roma) * giovannipaolo.deidda@dconline.info * Segretario Organizzativo della D.C. Municipio I di Roma Capitale.
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< TRA LE PIEGHE DEL “CURA ITALIA” L’ENNESIMA, POTENZIALE, FREGATURA PER GLI UTENTI ITALIANI >.
Con la pandemia che copre interamente di notizie sia i giornali che le televisioni, è passato quasi inosservato un articolo su “Libero/Tecnologia” riguardante i gestori della telefonia che sembra tornino alla carica per quanto riguarda la portabilità del proprio numero telefonico.
Con la scusa, a dir poco ridicola, di limitare gli spostamenti fisici degli utenti e quindi i rischi di contagio, sono stati proposti, dalla Lega e dal M5S (ma anche il PD aveva presentato un suo emendamento, per poi ritirarlo) due emendamenti al “Decreto Cura Italia” in discussione al Senato il prossimo 8 aprile che, se fossero approvati, sospenderebbero la portabilità dei numeri telefonici fino alla fine dell’emergenza coronavirus.
Da poco Wind e la TRE si sono fuse (ricordiamo che Wind è di proprietà egiziana, mentre TRE è cinese) e sembra che anche Iliad (che è francese) voglia confluire in questa nuova società.
La portabilità del proprio numero è cosa essenziale (oltre che sacrosanta) per i clienti sia privati che business ed è un diritto riconosciuto da una legge nazionale nel 2002.
Provate ad immaginare di ritornare indietro nel tempo, quando per cambiare operatore bisognava anche cambiare numero di telefono e con tutte le problematiche che ne derivavano specialmente per le aziende e per i professionisti che ogni volta dovevano comunicare ai clienti (e non) i loro nuovi numeri.
Non vorremmo quindi che, con il Governo totalmente impegnato con il coronavirus, le lobby delle compagnie telefoniche riuscissero ad imporre, con la propria potenza economica, una amenità del genere che oltretutto incide profondamente sulla libertà personale di ogni cittadino.
Già alcune autorevoli Associazione dei consumatori, tra cui l’ASCON (Associazione Nazionale Consumatori), presiduta dal Dott. Roberto Esposito (Roma) si sono espresse, con giudizi unanimi e negativi
Il giornale Altroconsumo , con una nota inviata al Ministro delle attività economiche Patuanelli, ha giudicato l’emendamento “dannoso ed inutile” facendo notare che “si può fare la portabilità del numero tramite internet o call center e quindi senza recarsi fisicamente in negozio”.
Per il Codacons invece gli emendamenti sono “senza senso” e annuncia una guerra legale.
Vorremmo che anche chi ci governa dica chiaramente come la pensa e che soprattutto, in un momento come questo, si concentri sulle reali priorità: liquidità alle aziende ed ai cittadini, più soldi per le partite Iva, la cassa integrazione ora e non il 15 aprile etc.
Non sono di certo le sim cinesi o egiziane le cose importanti a cui pensare.
Speriamo naturalmente che tutto finisca in una bolla di sapone e che ognuno di noi, dopo aver acquistato un numero di telefono, possa liberamente telefonare con questa o quella compagnia, senza eccessive complicanze.
Ne va anche della libertà di tutti, senza essere soggetti alle imposizioni delle varie lobby telefoniche.
Il Governo pensi alle cose reali, noi da parte nostra continueremo a vigilare.
A cura di Danilo Bazzucchi (Perugia) * danilo.bazzucchi@dconline.info * Capo Ufficio stampa regionale della Democrazia Cristiana della regione Umbria * e di Giovanni Paolo Deidda (Roma) * giovannipaolo.deidda@dconline.info * Segretario Organizzativo della D.C. Municipio I di Roma Capitale.
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