A cura di Dott. Fernando Ciarrocchi
di Monteprandone (in provincia di Ascoli Piceno)
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Editorialista de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana
Coordinatore della Redazione giornalistica de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana
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< UN RICORDO AFFETTUOSO PER L’ON. FLAMINIO PICCOLI NELL’ANNIVERSARIO DELLA SUA SCOMPARSA: DOBBIAMO A LUI SE ANCORA ESISTE LA DEMOCRAZIA CRISTIANA ! ! >
L’11 aprile del 2000 aveniva a mancare a Roma l’On. FLAMINIO PICCOLI.
Nell’anniversario della sua scomparsa vogliamo ricordare il pensiero e l’opera di questo statista, che fu protagonista ed interprete della vita politica italiana ed europea nella seconda metà del XX secolo e che è di particolare importanza per tutti i democratici cristiani.
A Flaminio Piccoli infatti spetta l’indelebile merito di aver voluto impostare e quindi guidato da subito la cosiddetta “Resistenza democristiana“, dopo il terribile tentativo ordito nel gennaio 1994 ai danni del partito al fine per mettere “in archivio” la gloriosa Democrazia Cristiana.
Tentativo avvenuto appunto in quel “famigerato” Consiglio nazionale della D.C. svoltosi a Roma in data 18 gennaio 1994 (presieduto dall’allora Segretario nazionale della Democrazia Cristiana Mino Martinazzoli e dall’allora Presidente del Consiglio nazionale della Democrazia Cristiana On. Rosa Russo Iervolino).
Consiglio nazionale della Democrazia Cristiana che poi finalmente – dopo una lunga vertenza giudiziaria durata dal settembre 2002 fino al dicembre 2010 – fu dichiarato definitivamente nullo (giuridicamente come mai esistito, NDR). così come acclarato in maniera inappellabile dalla ormai famosa Sentenza della Corte di Cassazione a sezioni unite numero 25.999/2010 di data 23 dicembre 2010.
Alla sua scomparsa (11 aprile 2000), Flaminio Piccoli aveva 84 anni, essendo nato in terra austriaca il 28 dicembre 1915, dove la sua famiglia era stata addirittura “internata” per italianità.
Pur dunque in età avanzata e di salute cagionevole a causa dei problemi cardiaci che ne limitavano parzialmente l’attività Flaminio Piccoli non esitò a spendere gli ultimi anni della sua esistenza per una importante e nobile causa: difendere la presenza della Democrazia Cristiana nella vita politica e civile del nostro Paese.
E ben per questo che noi tutti lo ricordiamo indiscutibilmente come il Padre della cosiddetta <Resistenza Democristiana>.
Flaminio Piccoli muove i suoi primi passi politici a Trento, dopo essersi laureato a Venezia in lingue e letteratura moderna ed aver partecipato, come ufficiale degli alpini, alla seconda guerra mondiale meritandosi due medaglie al valor militare ed aver partecipato alla lotta di liberazione.
Nel 1945 lo troviamo a dirigere il giornale della Resistenza trentina “Liberazione nazionale” e successivamente a “Il popolo trentino” (il giornale di Alcide De Gasperi) e poi al quotidiano “L’Adige”, che Flaminio Piccoli dirigerà per oltre 20 anni.
Flaminio Piccoli aveva indubbiamente la vocazione del giornalista.
E tale si è validamente dimostrato, come lo attestano centinaia di suoi articoli e la sua partecipazione a diverse rubriche televisive, specialmente durante il periodo dal 1968 al 1992, durante il quale fu ininterrottamente, Presidente nazionale della Stampa Cattolica.
Anche nel mondo dell’informazione fece le sue battaglie, con la presentazione di proposte di legge a garanzia del pluralismo nel mondo dei media, consapevole sostenitore “che la libertà di stampa è presupposto di tutte le altre libertà”.
E poiché non raramente giornalismo e politica rappresentano un binomio inscindibile, Flaminio Piccoli (“Flam” per gli amici), lo troviamo primo eletto alla Camera dei Deputati, nella circoscrizione Trento-Bolzano, per il partito della Democrazia Cristiana, nelle elezioni del 1958, per essere poi sempre rieletto nelle successive legislature.
A Roma, venne apprezzato per il suo dinamismo, per il parlare chiaro, per la sua coerenza politica ed onestà intellettuale, per il coraggio nelle scelte talvolta impopolari.
La mediazione, le manovre tattiche e compromissorie, ritenute talvolta persino virtù nella politica, non gli erano congeniali.
Per lui, al momento di decidere, valeva il sì e il no !
Senza vie di mezzo, senza fughe in avanti, senza mascheramenti !
In tal modo, Flaminio Piccoli, nel gennaio 1969, dopo essere stato Vice Segretario, diviene Segretario politico nazionale della della Democrazia Cristiana.
E successivamente anche Ministro delle Partecipazioni Statali nei Governi presieduti rispettivamente da Mariano Rumor, Emilio Colombo e Giulio Andreotti.
L’On. Flaminio Piccoli nel luglio del 1978 viene eletto Presidente del Consiglio Nazionale per essere poi, nel marzo del 1980, rieletto Segretario politico della Democrazia Cristiana. E ancora, nel 1982, nuovamente Presidente del Consiglio Nazionale, carica che conserverà fino al maggio del 1986, per assumere, subito dopo, la Presidenza della Internazionale Democratico-cristiana e di Presidente della Commissione Esteri alla Camera dei Deputati.
Il suo ultimo impegno parlamentare avverrà con la elezione, nel 1992, a Senatore della Repubblica per il collegio Sorrento-Castellammare.
Flaminio Piccoli era dotato di una grande carica umana e di alto senso dello Stato. In tutto questo, sorretto da una profonda fede cristiana che lo portava a vivere sobriamente e, in maniera inseparabile, dalla moglie Maria e dai tre figli.
Piccoli considerava la politica un servizio reso alla comunità, svolto con il sostegno di una passione inesauribile, congiunta al rigore dell’idea e con la coscienza di compiere un dovere prima ancora che un diritto.
<<Un dovere – ci ha lasciato scritto Flaminio Piccoli – che deriva al politico, dall’essere erede delle più grandi civiltà: il dovere di combattere con le armi dello spirito la battaglia contro la violenza, contro l’intolleranza, contro il razzismo, contro l’ignoranza, contro l’egoismo, al fine di poter assicurare la vittoria della pace, della unità e della solidarietà fra tutti gli uomini >>.
Un messaggio che ogni democratico cristiano non dovrebbe mai dimenticare !
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