A cura di Daniele De Vito (Roma) * daniele.devito@dconline.info
< Una riflessione sul cammino quaresimale alla terza domenica di Quaresima > (prima parte)
La terza domenica di Quaresima può essere considerato un punto di svolta nel nostro cammino quaresimale.
Si attribuisce a Niceforo Callisto Xanthopulos la scrittura del “Triodion”, libro liturgico che contiene gli uffici quaresimali. Si tratta di un prelato della “Grande Chiesa” vissuto all’inizio del XIV secolo e conosciuto anche con il suo nome monastico (Nilo). E’ il probabile autore anche dei “Sinassari”, tradotti in greco e stampati a Venezia nel XVII secolo.
Dalla lettura di questi testi si traggono importanti spunti di riflessione utili per il nostro cammino quaresimale, un cammino che deve favorire la nostra conversione, così come ci viene richiesto da nostro Signore. Un cammino quaresimale in cui cogliere la potenza vivificante della Croce.
Se il nostro Dio si è lasciato crocifiggere per noi, non dobbiamo noi forse fare altrettanto per lui?
Importante in proposito la riflessione sul brano del Vangelo di Marco, capitolo 8, vv 34 e seguenti.
<< Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, Gesù disse loro: “Se qualcuno vuol venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà. Che giova infatti all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima? E che cosa potrebbe mai dare un uomo in cambio della propria anima? Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi”. E diceva loro: “In verità vi dico: vi sono alcuni qui presenti, che non morranno senza aver visto il regno di Dio venire con potenza” >>.
È interessante il commento che san Cesario di Arles, vissuto nel V secolo, fa a questa pagina del Vangelo nel suo discorso 159:
“Sembra difficile, se non impossibile, ciò che il Signore comandò di fare nel Vangelo. Ma non è difficile compiere ciò che impone, considerando che egli stesso aiuta a compiere ciò che ordina… infatti come l’uomo muore amando se stesso, così si ritrova negando se stesso.
La prima perdizione dell’uomo fu l’amore per se stesso: se non avesse amato se stesso con un ordine perverso, avrebbe anteposto Dio a se stesso ed avrebbe voluto essere suddito di Dio….
Cosa vuole significare l’espressione “prenda la sua croce”?…
“Quando comincerà a seguirmi secondo i miei mandati e i miei insegnamenti avrà molti avversari, molti che lo ostacoleranno, non avrà solo schernitori, ma anche persecutori… tu dunque, se desideri seguire Cristo, non rifiutarti di portare la sua croce: tollera i malvagi, non soccombere ad essi. E da dove bisogna iniziare a seguire Cristo se non da dove è partito? “
“Infatti noi sappiamo che risorse e risalì al cielo: dobbiamo seguirlo! E non dobbiamo perdere la speranza, perché egli stesso lo promise, e non perché l’uomo di per sé può fare qualcosa.
Vuoi seguire Cristo? Devi essere umile, proprio come lui lo fu: non disprezzare la sua umiltà se vuoi arrivare alla sua eccellenza. Certamente la via divenne ardua quando l’uomo peccò, ma ridivenne piana quando Cristo la calcò nella sua risurrezione, e da una strettissima via la trasformò in un cammino regale.
Questa via deve essere attraversata con entrambi i piedi, ovvero con umiltà e carità… Inizia dal primo gradino, l’umiltà, così potrai salire… devi amare il mondo, ma devi anteporre al mondo il suo Creatore….
Impegniamoci quanto più possibile perché non ci opprima questo amore per il mondo, perché non amiamo la creatura più del Creatore”.