A cura di Dott. Fernando Ciarrocchi (Monteprandone/AP)
<Un’ecatombe diplomatica: quale futuro per l’Occidente ?>
Quando le agenzie stampa del mondo hanno diffuso la notizia che Kabul era stata conquistata dall’esercito dei talebani tutti nell’immediato hanno stentato a crederci.
Invece, poi con il diffondersi delle tragiche immagini, tutti hanno realizzato la tristissima verità.
L’interrogativo che nel giro di pochi minuti è divenuto virale e minimo comun denominatore in tutto il mondo era la domanda “ma come è stato possibile?”.
Già, come è stato possibile? Soprattutto perché c’era la convinzione che in Afghanistan, a Kabul, dopo la destituzione della dittatura grazie all’azione militare degli USA, che ha mantenuto le sue truppe militari a presidio della costituenda democrazia, potevano essere maturi i tempi affinché la democrazia afgana iniziasse a configurarsi in modo stabile e duraturo.
Nonostante fossero trascorsi 20 anni in cui le truppe americane hanno stazionato nel territorio afgano per consentire, appunto, la nascita di un sistema democratico affinché ci fosse uno sviluppo socio-economico del popolo stesso, ma quest’ultimo, purtroppo, non è riuscito a dotarsi di un sistema popolare-democratico sia a sua garanzia, sia a titolo di accreditamento a livello internazionale presso le cancellerie più importanti del mondo.
La mancanza di capacità di autodeterminazione del popolo afgano si è manifestata macroscopicamente quando il governo in carica, che in una certa maniera era sotto tutela americana, ovviamene prima della conquista da parte dei talebani, oltreché essere di per sè traballante, ha messo a nudo la sua debolezza sia in politica interna, sia in politica estera.
Sul versante internazionale tutto questo ha significato e significa una vera e propria ecatombe diplomatica. Gli Stati Uniti d’America hanno perso lo status di Gendarme del mondo? Totalmente forse no.
L’Amministrazione Biden avrebbe dovuto gestire meglio questa delicatissima transizione senza praticare lo scarica barile sulla precedente amministrazione Trump che ha firmato l’accordo di Doa , senza guerre, garantendo i difficili e precari equilibri di pace nel Medioriente.
Trump aveva si disposto il ritiro delle truppe dall’Afghanistan, ma in modo graduale perché consapevole delle difficoltà e delle criticità interne e internazionali.
Ora tutto è compiuto.
L’Afghanistan è tornata sotto il dominio dei talebani con tutto quello che consegue internamente e internazionalmente.
Emerge, dunque, la triste realtà che l’Occidente ha perso una battaglia decisiva per la sua sopravvivenza, sia per quanto attiene la civiltà in quanto tale, sia per quanto concerne il patrimonio valoriale: è vero che oggi, Stati Uniti in testa, di concerto con le maggiori cancellerie europee stanno correndo ai ripari attivando i corridoi umanitari per un esodo afgano cogestito, però la situazione resta incandescente.
Non dimentichiamo le parole profetiche sul destino dell’Occidente della grande e indimenticabile Oriana Fallaci.
Nel suo libro Eurabia fu netta , inequivocabile e soprattutto lungimirante.
Profughi su profughi. I talebani che hanno cooperato e cooperano con gli USA e l’Occidente scappano da questo “nuovo” Afghanistan in cui i diritti umani e la condizione femminile sono fortemente a rischio. Chiedono aiuto e tutela. La solidarietà verso queste vite umane, queste persone che credono nella LIBERTA’ è determinante.
Quante scene di disperazione nella fuga scomposta: migliaia e migliaia di persone che tentano che aggrapparsi agli arei in fase di decollo, le madri che che fanno in modo che ii loro infanti vadano nelle mani dei militari USA e occidentali stanziati all’aeroporto sperando in una vita migliore per i loro piccoli .
Ci troviamo dinanzi ad un’ ecatombe diplomatica, ad una emergenza umanitaria mondiale e ad una sfrenata corsa all’acaparrament0 del territorio afgano da parte di super potenze mondiali come Cina e Russia.
Il sottosuolo dell’Afghanistan è ricchissimo di terre rare, altro non sono che minerali preziosi quali l’oro e il il litio per non parlare dei numerosi giacimenti di petrolio.
Mettere le mani su un patrimonio incommensurabile come questo vuol dire scrivere una pesante ipoteca sulla futura leadership mondiale.
Gli USA, l’Europa, l’Occidente quale contromossa diplomatica-economica potranno attuare per essere al pari nei nuovi assetti mondiali emergenti?
Sta emergendo uno scacchiere internazionale in costante evoluzione in cui c’è un forte bisognoso di una leadership stabile, autorevole e credibile.
La Democrazia Cristiana – tramite il suo Segretario politico nazionale Dott. Angelo Sandri – esprime tutta la sua preoccupazione per questo nuovo terribile scenario che si sta profilado a livello internazionale.
Esprime altresì piena solidarietà al martoriato popolo afgano e non mancherà di far sentire la sua voce a difesa dei diritti umani e delle donne che dovranno continuare ad avere una vita migliore, priva di incomprensibili limitazioni non certo al passo con i tempi e non in linea con gli impegni che sono stati reiteratamente assunti a livello di organismi di tutela internazionali.