Usa, in vendita un secchio da 12 chili di pasta precotta con formaggio: scade tra 20 anni.

Ultima trovata per gli amanti del fast food, a produrla è la Costco, grande catena di distribuzione che ha già ottenuto un riscontro di pubblico. La catena americana Costco ha messo in vendita il prodotto al prezzo di 89 dollari. Ma quello che stupisce è la data di scadenza!!!

Usa, in vendita un secchio da 12 chili di pasta precotta con formaggio: scade tra 20 anni.

E’ la solita americanata, quella della famosa barzelletta che in Usa è tutto ingigantito, ma come sempre i fatti lo dimostrano, ecco perchè possiamo affermare che in America, tutto è big. Questa volta, però, in casa Cotsco l’hanno fatta davvero grossa.
La grande catena di distribuzione, infatti, ha appena lanciato sul mercato a stelle e strisce un gigantesco secchio di “macaroni” e formaggio da più di 12 chili. Una trovata che, paradossalmente, non colpisce tanto per le sue dimensioni, quanto piuttosto per la sua (folle) scadenza: 20 anni.

Il prezzo? 89 dollari e 99 centesimi per una quantità che promette di garantire ben 180 pasti.
Sulla qualità, invece, è delirio. E il web si scatena.

Gli account social della compagnia hanno prodotto un traffico senza precedenti. Con gli americani che, nonostante le premesse a senso unico, si dividono.

Da una parte, i salutisti che suonano la carica contro il massiccio abuso di conservanti. Dall’altra, roba da non crederci, chi spiazza tutti con commenti entusiasti che sfociano addirittura in svariati “delicious”, “deliziosa!”.

Notizie e parole al di là della soglia di ragionevolezza per qualsiasi italiano che inorridirebbe al solo pensiero di sorbirsi una pasta precotta e preconfezionata.

«Maccarone, m’hai provocato…e io ti distruggo adesso, maccarone. Io me te magno!», ciancica Alberto Sordi in una scena iconica del cinema italiano, prima d’avventarsi su di un immenso piatto di spaghetti freddi.

E’ il 1954, e la scelta di preferire quegli spaghetti alla “dieta americana” (pane, latte, marmellata, yogurt e mostarda) che sulla carta lo attirava perché più esotica, ha il sapore di una pacata rivincita dei sani e saldi valori nostrani sulla cultura yankee che tanto affascina nel dopoguerra. La scena ambientata in quegli anni funziona bene perché all’epoca non esiste nulla di più italiano della pastasciutta, nessun altro simbolo rimanda con altrettanta forza al nostro Paese, e se all’estero si trova un fusillo è grazie a un italiano che ce l’ha portato.

Ma oggi è ancora così o ha ragione chi sostiene che ormai la pasta sia un prodotto internazionale quasi del tutto privo di bandiera?

Figurarsi da qui a vent’anni. Il punto ora è capire cosa staranno pensando gli Chef stellati Michelin, il grosso Cannavacciuolo e il raffinato Cracco… sicuramente staranno rabbrividendo solo al pensiero di aprire un bidone di pasta precotta con formaggio, ma la domanda è una e mi nasce spontanea….
Ma voi? La mangereste?

di Antonio Gentile Vice Direttore de IL Popolo.

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