A metà ottobre è partita la campagna di vaccinazione antinfluenzale 2018-2019 e molti si staranno domandando se fare e quando fare il vaccino antinfluenzale: quando farlo, chi deve farlo, a chi rivolgersi e quali sono i possibili effetti collaterali della vaccinazione. Approfondiamo, in modo da poter prendere una decisione consapevole ed informata sia per noi che per i nostri bambini
Vaccino influenzale 2018 2019
Il nuovo vaccino antinfluenzale è disponibile in tutte le farmacie, nelle Asl territoriali e negli ambulatori dei medici e dei pediatri di famiglia. Per quanto riguarda il vaccino 2019-019, come diffuso dall’Agenzia Italiana del Farmaco, il vaccino antinfluenzale conterrà due nuove varianti.
- La AH3N2/Singapore sostituirà il ceppo A/HongKong/4801/2014,
- la B/Colorado verrà inserita al posto del ceppo B/Brisbane./60/2008.
Il vaccino, acquistabile in farmacia, sarà disponibile a partire da metà ottobre 2018, e potrà essere effettuato fino alla fine dell’anno.
Vaccino antinfluenzale nei bambini.
Ogni inverno quando puntuale arriva l’influenza stagionale costringe a letto milioni di italiani e soprattutto i bambini. Sono indubbiamente i più piccoli ad essere i più colpiti dal virus dell’influenza, complici gli ambienti chiusi, superaffollati e spesso poco aerati delle scuole e un sistema immunitario ancora immaturo e particolarmente vulnerabile. Anche se devo dire che i miei bambini, soprattutto il piccolino che frequenta il nido, mi porta in casa virus di ogni genere che credevamo ormai estinti 🙂 e spesso ci ammaliamo anche noi.
Sulla base della Circolare del Ministero della Salute Prevenzione e controllo dell’influenza: raccomandazioni per la stagione 2018-2019, la vaccinazione antinfluenzale è raccomandata per:
- Persone ad alto rischio di complicanze o ricoveri correlati all’influenza
- Donne che all’inizio della stagione epidemica si trovano nel secondo e terzo trimestre di gravidanza
- Soggetti dai 6 mesi ai 65 anni di età affetti da patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza:
- malattie croniche a carico dell’apparato respiratorio (inclusa l’asma grave, la displasia broncopolmonare, la fibrosi cistica e la broncopatia cronico ostruttiva-BPCO)
- malattie dell’apparato cardio-circolatorio, comprese le cardiopatie congenite e acquisite
- diabete mellito e altre malattie metaboliche (inclusi gli obesi con BMI >30)
- insufficienza renale/surrenale cronica
- malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie
- tumori
- malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi, immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV
- malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinali
- patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici
- patologie associate a un aumentato rischio di aspirazione delle secrezioni respiratorie (ad es. malattie neuromuscolari)
- epatopatie croniche.
- Soggetti di età pari o superiore a 65 anni.
- Bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione influenzale.
- Individui di qualunque età ricoverati presso strutture per lungodegenti.
- Persone che possono trasmettere l’infezione a soggetti ad alto rischio
Per la stragrande maggioranza dei bambini italiani, quindi, non esiste una raccomandazione alla vaccinazione e ogni mamma potrà fare la sua scelta sulla base della propria esperienza e chiedendo eventualmente consiglio al pediatra. Inoltre il vaccino non è indicato per bambini con meno di sei mesi perché non esistono trial clinici adeguati per valutare la sicurezza e l’efficacia del farmaco.
Come si fa il vaccino?
Chiedete innanzitutto al vostro pediatra di fiducia cosa ne pensa del vaccino e se lo consiglia ai vostri figli. In genere se è il primo anno che vaccinate i bambini che hanno meno di nove anni potrebbero dover fare due dosi a distanza di un mese l’una dall’altra, mentre se ne fa una sola se è sono stati vaccinati nelle stagioni passate. Per gli adulti e i bambini più grandi è sufficiente una sola dose.
Vaccino antinfluenzale effetti collaterali.
Le case farmaceutiche utilizzano i ceppi virali individuati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che, ogni anno, fa un’attenta valutazione dei virus in circolazione.
Il monitoraggio dei virus non viene mai interrotto perché essi hanno la straordinaria capacità di mutare continuamente e di riuscire, quindi, ad ingannare anche un sistema immunitario che l’anno prima si è già ammalato di influenza.
Il vaccino viene realizzato inserendo nel composto il virus reso inattivo oppure utilizzando solo piccole parti del virus (vaccini split o vaccini a sub unità) per riuscire a stimolare la risposta del sistema immunitario.
Il vaccino immunizza solo da quel preciso virus e non da tutti gli altri virus che normalmente circolano durante l’inverno. Ecco perché può capitare che, pur essendosi vaccinati, ci si ammali di malattie da raffreddamento o di quelle causate da virus para-infuenzali.
Dopo il vaccino possono presentarsi degli effetti collaterali, in genere di breve durata e bassa intensità, come:
- febbricola;
- rossore e fastidio nel punto di iniezione:
- qualche dolore.
Tuttavia la stragrande maggioranza delle persone non ha alcun fastidio dopo la vaccinazione.
Il vaccino antinfluenzale non deve essere somministrato a:
- Lattanti al di sotto dei sei mesi (per mancanza di studi clinici controllati che dimostrino l’innocuità del vaccino in tali fasce d’età).
- Soggetti che abbiano manifestato una reazione allergica grave (anafilassi) dopo la somministrazione di una precedente dose o una reazione allergica grave (anafilassi) a un componente del vaccino (da “Guida alle controindicazioni alle vaccinazioni” NIV-ISSMinistero della Salute).
- Una malattia acuta di media o grave entità, con o senza febbre, costituisce una controindicazione temporanea alla vaccinazione, che va rimandata a guarigione avvenuta
Vaccino antinfluenzale quando farlo.
Generalmente la campagna antinlfuenzale inizia alla fine di ottobre, trova il suo apice a novembre, ma prosegue per tutta la durata della stagione influenzale, quindi c’è tempo per vaccinarsi anche a gennaio inoltrato. Naturalmente se si decide di fare il vaccino è consigliabile farlo quanto prima, non appena il medico vi dirà che le dosi sono disponibili in farmacia o presso la Asl, anche perché gli anticorpi impiegano circa due settimane per entrare in azione e quindi è bene tener conto di questo intervallo per assicurarsi la massima protezione.
notizie dal web e dal Ministero della Salute
di Antonio Gentile