VANGELO DEL GIORNO * Sabato 30 Giugno 2018

VANGELO DEL GIORNO * Sabato 30 Giugno 2018
« Signore, da chi andremo ? Tu hai parole di vita eterna » Gv 6,68
 
Sabato della XII settimana delle ferie del Tempo Ordinario
 
Santo(i) del giorno : SS. Primi Martiri della Chiesa di Roma (memoria fac.), B. Gennaro Maria Sarnelli, sacerdote C.Ss.R. (1702-1744)
 
Meditazione del giorno – Origene : “Molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli”
 
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Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 8,5-17.
 
In quel tempo, entrato Gesù in Cafarnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava: «Signore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmente».
Gesù gli rispose: «Io verrò e lo curerò».
Ma il centurione riprese: «Signore, io non son degno che tu entri sotto il mio tetto, dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito.
Perché anch’io, che sono un subalterno, ho soldati sotto di me e dico a uno: Fà questo, ed egli lo fa».
All’udire ciò, Gesù ne fu ammirato e disse a quelli che lo seguivano: «In verità vi dico, presso nessuno in Israele ho trovato una fede così grande.
Ora vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli».
mentre i figli del regno saranno cacciati fuori nelle tenebre, ove sarà pianto e stridore di denti».
E Gesù disse al centurione: «Và, e sia fatto secondo la tua fede». In quell’istante il servo guarì.
Entrato Gesù nella casa di Pietro, vide la suocera di lui che giaceva a letto con la febbre.
Le toccò la mano e la febbre scomparve; poi essa si alzò e si mise a servirlo.
Venuta la sera, gli portarono molti indemoniati ed egli scacciò gli spiriti con la sua parola e guarì tutti i malati, perché si adempisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: Egli ha preso le nostre infermità e si è addossato le nostre malattie.
 
Traduzione liturgica della Bibbia
 
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Meditazione del giorno:
 
Origene (ca 185-253), sacerdote e teologo
Omelie sul Levitico, n°7; PG 12, 476
“Molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli”
 
“Non berrò più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi nel Regno del Padre mio” (Mt 26,29). Se uno fra voi ascolta con orecchie pure, può intravvedere il mistero ineffabile…: il Salvatore aspetta, per bere il vino con noi; ci aspetta per rallegrarsi. Fino a quando aspetta? Finché egli non avrà consumato la sua opera, finché non saremo tutti sottomessi a Cristo, e Cristo a suo Padre (1 Cor 15,28). Poiché siamo tutti membra del suo Corpo, possiamo dire che, in un certo modo, egli non è sottomesso finché noi non siamo sottomessi con una sottomissione perfetta, finché io, ultimo dei peccatori, non sia sottomesso. Ma quando egli avrà consumato la sua opera e condotto ogni creatura al suo perfetto compimento, allora potremo dire che “è sottomesso” in coloro che egli sottomette a suo Padre, in coloro in cui egli ha consumato l’opera che suo Padre gli aveva affidata, perché Dio sia tutto in tutti (1 Cor 15,28).
 
Anche i santi che ci hanno preceduti ci aspettano, data la nostra lentezza e pigrizia; la loro gioia non è perfetta finché dobbiamo piangere i nostri peccati. Ne è testimone l’Apostolo che dice: “Dio aveva in vista… che essi non ottenessero la perfezione senza di noi” (Eb 11,40). Vedi: Abramo aspetta! Isacco, Giacobbe e tutti i profeti ci aspettano, per possedere insieme con noi la beatitudine perfetta!… Se sei santo, avrai la gioia di uscire da questa vita, ma questa gioia non sarà piena finché mancherà ancora un solo membro del corpo che dobbiamo formare tutti insieme. Anche tu aspetterai gli altri, così come ora sei atteso. Ora, se tu che sei soltanto un membro del corpo, non puoi godere la gioia perfetta finché anche solo un altro sarà assente, quanto più il nostro Signore e Salvatore che è allo stesso tempo l’autore e il capo del Corpo intero?… Allora avremo raggiunto quella maturità di cui parla l’Apostolo Paolo: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me” (Gal 2,20). Allora il nostro pontefice berrà il vino nuovo nel cielo nuovo, sulla terra nuova, nell’uomo nuovo, con gli uomini nuovi, con coloro che cantano il cantico nuovo.