A cura di FERNANDO CIARROCCHI (Ascoli Piceno) * fernando.ciarrocchi@dconline.info * Cell 347-2577651 * Segretario prov.le Dip. Comunicazione della Democrazia Cristiana prov. Ascoli Piceno
www.ilpopolo.news * www.democraziacristianaonline.it *
< Verso il referendum istituzionale del 20/21 settembre: il taglio dei parlamentari è una scelta ostile verso la rappresentanza democratica del popolo italiano >.
L’imminente consultazione referendaria avente ad oggetto il taglio del numero dei parlamentari in entrambe le rispettive camere elettive, che si terrà nel cosiddetto “Election day ” dei prossimi 20 e 21 settembre, viene ai quattro venti presentata come la soluzione delle soluzioni alle contraddizioni e ai mali che da alcuni decenni affliggono il nostro sistema politico.
A ben riflettere se la consultazione referendaria dovesse avere esito positivo sull’onda dell’attuale populismo straripante, il nostro sistema democratico subirà una profonda “deminutio” sia formale, sia sostanziale.
Ridurre i 630 onorevoli della Camera dei deputati a 400 e gli attuali senatori da 315 a 299, significa causare un elevato deficit di rappresentanza politica nelle istituzioni a discapito dei territori e dei cittadini.
Territori, comunità che non avrebbero più la loro voce nelle sedi istituzionali preposte.
Si pongono i presupposti per un sistema sempre più oligarchico, a nocumento della democrazia quale sistema di governo in cui la rappresentanza popolare costituisce l’asse portante irrinunciabile.
Il referendum è la via più sbrigativa. Urge invece una nuova legge elettorale che tuteli e consolidi ancora di più il sacrosanto principio della rappresentanza politica popolare dando ai cittadini la reale e concreta possibilità di scegliere il parlamentare che meglio interpreta le istanze, le necessità, i bisogni di un determinato territorio, unitamente al partito in cui l elettore si riconosce, si identifica.
Questa è una democrazia formale si ma soprattutto sostanziale. Un sistema democratico dunque in cui è determinante tutt’oggi e sempre lo spirito del 2 giugno quando coralmente uomini e donne, quest ‘ultime per la prima volta in Italia, furono convocati alle urne per scegliere tra Repubblica o Monarchia.
Anche oggi auspichiamo un affermazione del sentire repubblicano in cui proporzionalmente gli elettori possano scegliere i propri rappresentanti e partiti.
Il sistema maggioritario non appartiene alla cultura e tanto meno alla politica italiana da sempre proporzionale in cui le coalizioni si sono formate per forti convergenze ideali e programmatiche e mai per una innaturale accozzaglia.
Dunque urge che il legislatore torni ad essere tale con l’arte del dialogo e del sano compromesso tra le forze politiche democratiche per restituire all’Italia il suo DNA politico senza scimmiottare altri sistemi elettorali europei che sono nati e vigono in altri contesti storico sociali totalmente diversi.
Un referendum invece andrebbe fatti sul taglio degli sprechi e dei costi della politica che necessita, dal nostro punto di vista, di una rifondazione appunto democratica cristiana.
A cura di FERNANDO CIARROCCHI (Ascoli Piceno) * fernando.ciarrocchi@dconline.info * Cell 347-2577651 * Segretario prov.le Dip. Comunicazione della Democrazia Cristiana prov. Ascoli Piceno
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Sono certamente condivisibili le argomentazioni del Dr. Ciarrocchi, e quindi è fondamentale che tutti soloro che hanno a cuore questo Paese votino NO. No a questo Governo, NO a meno voci in Parlamento. Chi ha fatto di questo scempio storico ed ideologico una prova di coerenza, il movimento 5stelle, è quel partito che ha tradito tutte, dico tutte le promesse elettorali. Perchè mai si dovrebbe credere a questa? Non c’è ragione. VOTATE NO!