VERSO IL XXIV CONGRESSO NAZIONALE DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA (ROMA – 15 E 16 DICEMBRE 2023): “IL VERO POLITICO DEVE ESSERE SENZA PELI SULLA LINGUA !” * SECONDA PARTE

VERSO IL XXIV CONGRESSO NAZIONALE DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA (ROMA – 15 E 16 DICEMBRE 2023): “IL VERO POLITICO DEVE ESSERE SENZA PELI SULLA LINGUA !” * SECONDA PARTE
Natascia Pizzutti (Manzano/UD)

A cura di Ins. NATASCIA PIZZUTTI (di Manzano/ in provincia di Udine)

< natascia.pizzutti@dconline.info * cell. 349-3502954 * >

Avv. Alfredo De Filippo (Salerno)

Segretaria nazionale del Movimento Femminile e per le Pari Opportunità della Democrazia Cristiana italiana 

Segretario Organizzativo regionale della Democrazia Cristiana del Friuli Venezia Giulia

Componente della Direzione nazionale della Democrazia Cristiana

e di Avv. ALFREDO DE FILIPPO (di Sarno/in provincia di Salerno)

< alfredo.defilippo@dconline.info * cell. 335-1456033 * >

Editorialisti de < IL POPOLO > della Democrazia Cristiana

Componente della Direzione nazionale della Democrazia Cristiana

< VERSO IL XXIV CONGRESSO NAZIONALE DELLA DEMOCRAZIA CRISTIANA (ROMA – 15 E 16 DICEMBRE 2023): “IL VERO POLITICO DEVE ESSERE SENZA PELI SULLA LINGUA !” > * SECONDA PARTE

Per i Democratici Cristiani il periodo attuale (il nostro presente) è senz’altro < un tempo di grande responsabilità > !

Come dare torto a Karl Kraus (pensatore austriaco 1874 – 1936).

Karl Kraus (1874 – 1936)

E se decliniamo questo aforisma versandolo nella carne viva della politica nostrana?

Verrebbe declinato più o meno in questa versione:

Quando il sole della politica è al tramonto, anche i nani si atteggiano a grandi leaders”

Ma restano pur sempre dei nani….

In loro constatiamo una ostentazione strepitosa, si preferisce alla durata dei comportamenti l’istantanea magia degli eventi, alla discreta traccia dell’essere la vistosa evidenza dell’apparire: importa essere puntuali sull’ora del successo o della sua illusione.

L’imprudenza sorpassa l’ipocrisia, la prosopopea si sostituisce alla sincerità.

Dimostrano la loro incapacità nel mettere in primo piano nelle parole della vita non l’utopia ma la speranza, che è esattamente il contrario della paura e della rabbia che generano nelle cittadinanze le frustrazioni oggi cosi diffuse.

On. Aldo Moro

Data la “statura”, diremmo che, non si tratta solo di essere più̀ efficienti, ma anche più profondamente capaci di comprensione, più veramente partecipi, più impegnati a far cogliere in noi non solo un’azione più pronta, ma un impegno di tutta la vita, un’anima nuova che sia all’unisono con l’anima del mondo che cambia, per essere migliore e più giusto.

Il tramonto della politica è giunto quasi all’oscurità. In quella fase di chiaro-scuso che è talmente confusa ove è fin troppo “naturale” scambiare la nullità per un qualcosa e il vero per chissà che cosa.

In realtà il sole della politica brilla alto nel cielo laddove dimostra la capacità di assumersi su sé stessa la responsabilità di governare, di dirigere e di decidere.

Ma, essendo al tramonto abdica al suo ruolo lasciando ai ”nani” che, appaiono dei giganti il potere.

Allora assistiamo al tragico spettacolo del delegare a chiunque: ai Tecnocrati, alla magistratura, ai baroni della burocrazia.

On. Giulio Andreotti

Ancor più penoso …. al mercato, alla propaganda, ai social, ai sondaggi. In definitiva, la politica fugge a sé stessa.

In quanto vive la sindrome dell’impostore si sottrae al proprio sacro dovere di essere artefice di guida lasciando ai “delegati” ad indicare la strada al popolo, smarrito e confuso da una falsa rappresentazione della Democrazia dovere di indicare la strada e di non farsela indicare.

Il sole altro che brilla nel cielo della politica indica la strada della rinascita che, può essere intrapresa solo dalla politica stessa.

Da una reale e sincera presa di coscienza capace di creare quella frattura nel sistema autoreferenziale che, come il narciso guarda e garantisce solo se stesso senza più il coraggio di pensare altro, di pensare all’altro.

La democrazia come conquista quotidiana !

Siamo dunque impegnati, sotto la pressione di una società trasformata nel profondo, in continua evoluzione ed estremamente esigente, ad una grande opera di liberazione dell’uomo e di giustizia.

Un’opera difficile, perché gli obiettivi vengono spostati più innanzi, rendendo qualche volta disagevole il moto di progresso che si va, mano a mano, realizzando.

Ma il contenuto rinnovatore di questa politica, secondo un preciso ed indeclinabile intento, è fuori discussione.

Corrispondere alle esigenze della società con più giusti ordinamenti, dimostrare che le istituzioni sono capaci di ricevere ed incanalare le aspirazioni popolari, effettuare il raccordo, in termini di comune consapevolezza e di comune responsabilità, tra il vertice e la base del potere, stabilire costantemente un equilibrio politico non statico, ma dinamico, significa assicurare la stabilità del regime democratico. (…)

(cfr Aldo Moro – Discorso a un Convegno della Democrazia Cristiana, Milano, 3 giugno 1969)

Il compito del politico.

Il politico non ha solo il compito di non guastare quel che la vita sociale, nel suo evolvere positivo, va di per sé costruendo.

Tra la disponibilità e la realtà, tra la ricchezza di base e la composizione armonica nel contesto sociale vi è uno spazio molto vasto (e ricco di problemi di ogni genere), il quale ha da essere occupato da una indispensabile e lungimirante iniziativa politica.

Ad essa spetta fare una sintesi appropriata ed organizzare il consenso non intorno a dati particolari, benché́ importanti, ma intorno ad un disegno complessivo e – nella sua complessità – compiuto e stabile.

L’unità.

Giungere all’unità comporta una grande comprensione delle cose, una visione di insieme, la ricerca di giusti equilibri, un vero sforzo di organizzazione.

È un modo di procedere, del resto inevitabile, il quale rende la vita politica complicata, scarsamente decifrabile, qualche volta irritante.

È qui la base di quella diffidenza che contesta alla politica la sua funzione ed il suo merito.

Eppure non si tratta, bisogna ribadirlo, di alchimie, di artifici, di cortine fumogene, ma di una seria ponderazione degli elementi in gioco, di una ricerca di compatibilità̀, di una valorizzazione della unità nella diversità̀. (Articolo su “Il Giorno”, 3 marzo 1978).

E mentre la maggioranza degli abitanti della terra sta male, una grande parte dei cittadini del mondo non ha condizioni di vita accettabili, stanno assumendo una dimensione planetaria i problemi della pace, della guerra, dei diritti etnici, delle migrazioni, il “nano” si nutre della cultura dell’IO !

Con l’Europa che non sta più al centro del mondo, ma che può dare un grande contributo al futuro mondo multimediale, multietnico, multiculturale.

Il Politico vede il sole della Politica brillare alto e, coniuga il messaggio della CEI capace di incarnare quell’eros che divulga scevro di alcuna paura i principi di Educazione e Legalità lasciando cadere definitivamente le vesti dell’Io.

Educazione e legalità sono due modi di pronunciare la parola “Noi”.

Nell’educazione il “Noi” ha il volto della reciprocità: io e te siamo diversi, ma è proprio sul terreno di questa comune diversità che possiamo incontrarci e riconoscerci.

Nella legalità il “Noi” ha invece il voto della legge, un volto a volte distante, severo, ma che non intimorisce se riusciamo a scorgervi il diritto di tutti e vivere una vita libera e dignitosa.

 

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