www.ilpopolo.news * a cura di VALENTINA MANCINELLI * Segretario regionale del Movimento Giovanile della Democrazia Cristiana dell’Umbria *
Mi chiamo Valentina Mancinelli, vivo in Bastia Umbra (provincia di Perugia) e sono il Segretario regionale del Movimento Giovanile della Democrazia Cristiana dell’Umbria.
Provengo da percorso di studi d’Istruzione Secondaria Superiore Magistrale ove ho acquisito le conoscenze in ambito pedagogico.
Nel mio iter lavorativo e formativo culturale ho avuto modo attraverso esperienze concrete legate a percorsi personali di entrare in contatto con i giovani in particolare gli adolescenti.
La giovinezza, noi sappiamo, è quella fase della crescita compresa fra l’adolescenza e la vita di un adulto. L’adolescenza viene posta in un’età compresa fra i 14 ed i 18 anni e con quest’ultima si raggiunge l’età della ragione, in cui i giovani soggetti dovrebbero essere in grado di riconoscere in maniera chiara i propri diritti perché essi sono cittadini a tutti gli effetti.
Il compimento del raggiungimento dell’età adulta non è la medesima nei soggetti maschili rispetto ai femminili. Nei primi infatti essa avviene in ragione alle circostanze e alle componenti di stimolo psico- ambientale di competizione. E’ quel tratto dell’età evolutiva dallo stato infantile a quello dell’individuo adulto. E’ altresì importante considerare che lo sviluppo psicologico-emozionale non procede sempre di pari passo con lo sviluppo fisico.
Stiamo parlando dell’età evolutiva in cui il pensiero ha maturato le forme logiche; l’egocentrismo infantile è stato superato. Queste nuove strutture sono appena abbozzate, ora hanno bisogno di essere consolidate.
Spesso si tende a ritenere i giovani come un’area sociale in cui tutto ciò che gravita intorno ad essi sia da loro stessi facilmente afferrabile anche senza l’aiuto degli adulti perché in un certo qual senso questi ultimi non avrebbero pieno diritto ad intervenire mentre invece nel caso di adulti appartenenti alla famiglia dei giovani soggetti in fase di formazione socio- culturale essi stessi si fanno da garante per la buona riuscita del percorso dei propri figli affinchè questi ultimi riescano a ricevere in primis una buona formazione ed una preparazione al di sopra delle aspettative finalizzate ad ottenere buone prospettive per il futuro in ambito di lavoro.
Mentre un tempo non pochi beni erano durevoli, per cui passavano di padre in figlio, oggi nella vita di una persona vengono più volte cambiati o sostituiti.
Di fatto una fra le verità più reali è che la crescita dei giovani avviene principalmente attraverso le esperienze.
Ruolo fondamentale dei componenti adulti familiare è di sensibilizzare all’acquisizione di messaggi provenienti da fonti mass- mediatiche, che, seppur assorbiti in modo passivo e non sempre comprensibile o quantomeno con scarsa consapevolezza, è necessario rendere possibile la decodificazione e la corretta semplificazione dei messaggi che acquistano i più molteplici significati poiché recanti scarsi contenuti.
Ciò in particolare quando gli adolescenti ne vengono assorbiti in maniera disinteressata ma passiva allo stesso tempo e soprattutto senza la presenza di un adulto. Questo compito è delicato se si pensa soltanto al fatto della fondamentale importanza che gli strumenti visivi e tecnologici hanno inciso nella vita quotidiana della stragrande maggioranza dei cittadini italiani, in particolare i giovani, attratti dalle varie forme di qualità digitale che la piattaforma ed il Web oltre agli strumenti tecnici sono in grado di offrire, a costi accessibili.
Esistono casi in cui i giovani adolescenti non si rispecchiano in determinati modelli specifici, educativi ad esempio, quali le fonti delle istituzioni scolastiche e le relative figure formative, insegnanti in particolare ma anche genitori o chi ne rappresenta la figura familiare, i quali possono attraversare un momento di instabilità emotiva; le esigenze legate ai desideri di rivalsa e di identificazione diventano fondamentali al punto tale da creare le conseguenze più imprevedibili: l’inculturazione con altrui identità molto differenti da quella originaria o nel peggiore dei casi l’allontanamento dal gruppo ristretto e la continua metodologia di contestazione delle istituzioni e le figure ad esse associate. A mio parere è importante che ciascuna area formativa che si faccia carico del delicato compito educativo, debba fare nel modo più consapevole il proprio compito, cercando di cooperare con le rispettive aree riguardanti la medesima area, conservandone il ruolo specifico evitando di rendere il giovane carico di responsabilità in cui non si identifica appieno, evitando fra l’altro di sminuire minuziosamente il ruolo della famiglia e dell’istruzione.
FINE PRIMA PARTE.