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VIRGINIO PARABITA (UGL COMUNICAZIONE PUGLIA): NO AD UNA POLITICA DI POTERE A BENEFICIO DEI “CLIENTES” !
INTERVENTO SCRITTO INVIATO A PALAZZO CHIGI AI VERTICI DEL GOVERNO ITALIANO.
Nuovo intervento da parte di VIRGINIO PARABITA (Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi), nella sua qualità di Segretario regionale del Sindacato UGL Comunicazione, a proposito della necessità di una maggiore trasparenza e correttezza nelle assunzioni all’interno di Poste Italiane.
L’auspicio, o forse per meglio dire il richiamo, si fonda su un fatto ben preciso e scaturisce da quanto si evince da alcune intercettazioni, condotte dai militari della Guardia di Finanza, in riguardo a delle assunzioni in Poste Italiane di amici o famigliari e/o fratelli di illustri personaggi politici.
La vicenda è datata 2016, ma quel che più appare strano – afferma Virginio Parabita – è che sia passata quasi completamente sotto silenzio ! In data 12.07.2016, con lettera di protocollo 022/PV, lo stesso Parabita, sempre in veste di Sindacalista regionale della Federazione UGL Comunicazioni, inviò un esposto alla Procura Generale della Corte dei Conti, nella Persona del Sig. Procuratore Generale, affinché intervenisse nei confronti dei responsabili, ma ancora a tutt’oggi non si è avuto alcun nessun riscontro.
Da qui la decisione da parte di Virginio Parabita di effettuare un nuovo intervento rivolgendosi ai massimi vertici del Governo Italiano, con lettera scritta (e protocollata) inviata in quel di Palazzo Chigi a Roma, nonchè a Camera dei Deutati e Senato ( lettera di protocollo 020/PV/06.08.2018).
<< Si ha la convinzione – scrive Parabita – che la politica rimane, per molti dei suoi attori, mero strumento di penetrazione nella cosa pubblica e di acquisizione di potere a beneficio dei “clientes” e dei propri familiari, in spregio alle dichiarazioni di perseguimento del bene pubblico ed alla teoricamente esibita guerra alla corruzione.
Aspetti che colpiscono ed offendono una grossa fetta di lavoratori: tra gli altri, quegli oltre centomila dipendenti di Poste Italiane che soffrono in silenzio, con stipendi notoriamente inadeguati, e che vivono ormai da anni nell’incubo della superproduzione, della riduzione degli organici e della conseguente messa in mobilità, a causa della necessità che i governi rispettino le direttive UE e che L’Azienda, gestita “iure privatorum”, continui ad aumentare i propri profitti e possa garantire ai suoi illustri manager lautissimi introiti.
Già poco importa che tra i ricchi manager inseriti nelle Aziende di Stato, come Poste Italiane, (con incarichi super retribuiti o con inquadramento permanente a fronte di compensi elevatissimi, anche 10 volte maggiori rispetto agli stipendi dei dipendenti ) figurino, in ossequio al perdurante c.d. “familismo amorale” amici di deputati e/o fratelli di già Ministri della Repubblica !
Se davvero si vuole porre un freno a cotanta protervia ed arroganza del potere, è indispensabile, e non più differibile, che vengano esercitati dagli Organi costituzionalmente preposti dei controlli molto rigorosi.
In altre parole si pretende quella vigilanza che possa porre in evidenza quanto del danaro pubblico finisce, immotivatamente ed inaccettabilmente, nelle tasche di soggetti che aspirano ad entrare in quella élite economica, senza alcun connotato etico e che il popolo italiano ha “punito” anche in occasione delle recenti tornate elettorali.
Signori Illustrissimi – prosegue Virginio Parabita – si confida davvero in un autorevole Vostro intervento.
L’esercizio delle Vostre competenze sembra essere uno dei pochi strumenti costituzionali utili a contribuire ad inaugurare quella inversione di tendenza a cui gli Italiani onesti ed il popolo lavoratore ancora guardano, prima che lo scollamento tra una classe politica – purtroppo ancora preoccupata di perpetuarsi “premiando” sodali e manager- ed popolo sovrano stesso si perfezioni, aprendo la via a stagioni di difficile gestione della vita sociale, perché irrimediabilmente compromessa –come la storia insegna essere già avvenuto – da profonde ingiustizie e diseguaglianze, foriere di imprevedibili eventi, in grado di annientare decenni di vita democratica.
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