«Non siamo una parentesi tra due nulla»
In cento anni (dal 1900 al 2000), gli abitanti dei paesi occidentali hanno guadagnato trent’anni di speranza di vita alla nascita. Ogni anno si aggiungono tre mesi, un anno in più ogni quattro anni. Uno su due di coloro che nascono ora, vivrà fino a 100 anni. Un traguardo spettacolare! Frutto di una migliore alimentazione, di una più attenta igiene quotidiana, di un progresso accelerato della medicina, di un nuovo orientamento dell’economia e, più in generale, di una cultura che porta alla cura della persona. Ne consegue una rivoluzione demografica mai vista nella storia umana. La vecchiaia non è più un residuo da sopportare, come in passato, quand’era una minoranza debole e in genere passiva. Oggi la vecchiaia diventa tra le sfide più grandi che la società di questo inizio di Millennio è chiamata ad affrontare.
«Perché parlare della vita dopo la morte? E soprattutto, possiamo parlarne insieme, ascoltandoci seriamente, credenti, non credenti e “non saprei”? La morte, liquidata frettolosamente come un destino che ci fa finire nel niente, non può che apparire come uno spreco ingiustificabile della vita umana. Ma considerare così la nostra morte, senza indagare a fondo, diciamolo ruvidamente, è un’offesa alla nostra intelligenza». Da questa premessa coraggiosa parte l’ardimentoso viaggio di Vincenzo Paglia fino alla soglia di quell’Oltre misterioso a cui nessuno osa avvicinarsi.
Un viaggio che non ha paura di denunciare l’esculturazione della morte, espulsa dall’orizzonte umano, nella puerile speranza che non incalzi il senso della vita. Un viaggio che non disdegna di descrivere cosa accade nell’attimo del passaggio cruciale. Un viaggio, infine, che annuncia che «il bello deve ancora venire» e che «la vita eterna inizia già qui sulla terra», nella misura in cui sappiamo mettere al centro l’argomento universale della fraternità: «Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a visitarmi».
E’ nato a Boville Ernica, in provincia di Frosinone, il 21 aprile 1945. Ha frequentato il Seminario Romano e si è laureato in teologia presso l’Università Lateranense, dove ha conseguito anche la licenza in filosofia; si è poi laureato in pedagogia presso l’università di Urbino.
E’ stato ordinato sacerdote il 15 marzo 1970 incardinandosi nella diocesi di Roma, dove è stato viceparroco a Casal Palocco dal 1970 al 1973. Successivamente è stato rettore della Chiesa di Sant’Egidio in Trastevere.
Dal 1981 al 2000 è stato parroco nella Basilica di Santa Maria in Trastevere e Prefetto della terza prefettura di Roma. E’ stato a lungo segretario della Commissione Presbiterale Regionale e membro della Commissione Presbiterale Italiana. E’ stato inoltre nominato postulatore della causa di beatificazione del vescovo di San Salvador Oscar Arnulfo Romero.
Il 2 aprile del 2000 è stato ordinato vescovo di Terni Narni Amelia nella Cattedrale di San Giovanni in Laterano e ha fatto il suo ingresso in diocesi il 16 aprile.
E’ stato nominato dalla Santa Sede, nel settembre del 2002, Presidente della Federazione Biblica Cattolica Internazionale.
Dal 2004 al 2009 è stato Presidente della Commissione Ecumenismo e dialogo della Conferenza Episcopale Italiana e dal 2009 al 2012 è stato Presidente della Conferenza Episcopale Umbra.
Presso la Conferenza Episcopale Umbra è stato anche presidente della Consulta per il problemi sociali, del lavoro, della giustizia e della pace, presidente della Commissione per i Beni Culturali e presidente della Commissione per la Cultura e le Comunicazioni Sociali.
E’ stato Assistente Ecclesiastico Generale della Comunità di Sant’Egidio che segue sin dall’inizio degli anni ’70.
Un libro da leggere o da regalare per riappropriarsi, in questo santo Natale, della nostra spiritualità e della fede.
di Antonio Gentile