Un ragazzo che soffre e si sente diverso, una famiglia che cerca di sostenerlo e integrarlo, un gruppo di coetanei che invece lo respinge e e lo deride. Potrebbe essere il racconto dell’ennesima storia di disagio o di esclusione e invece il piccolo protagonista, Auggie, si guadagna con coraggio e fatica il riconoscimento degli altri.
Wonder è un romanzo di R.J. Palacio, pubblicato per la prima volta nel 2012 e sin da subito diventato un caso editoriale internazionale. Il libro racconta la storia di August “Auggie” Pullman, bambino affetto dalla Sindrome di Treacher Collins (una malattia dello sviluppo craniofacciale) che si accinge a frequentare la quinta elementare nella scuola locale. A causa dei numerosi interventi subiti, Auggie non era mai riuscito a frequentare la scuola negli anni precedenti. Nonostante le paure dei genitori e l’integrazione non facile (a causa dell’aspetto fisico di Auggie) il ragazzo rivelerà una grandissima determinazione e riuscirà a farsi accettare dai coetanei.
Dal romanzo, è stato tratto un bel film, sceneggiato da Stephen Chbosky, che costituisce una valida alternativa al libro (per quanto letteratura e cinematografia non si possano considerare equivalenti). Wonder è un film adatto a tutti: un film che parla della diversità e delle piccole grandi difficoltà che bambini e ragazzi affrontano nella vita quotidiana. Il film riprende la trama del romanzo, che si rivela un classico romanzo di formazione calato nel nostro mondo.
A scuola, si potrebbe proiettare per le classi quinte della scuola primaria: è l’età in cui i bambini acquisiscono una maggiore autonomia e cominciano ad assumere i comportamenti tipici della pre-adolescenza. Si tratta di un’età particolarmente delicata, durante la quale, secondo le indagini statistiche, si verificano i primi casi di bullismo e cyberbullismo.
Wonder è un meraviglioso trampolino di lancio: permette di parlare della diversità e dell’inclusione, della paura e della diffidenza – naturali – che tutti proviamo verso chi è diverso. È un film che ci aiuta a penetrare il concetto di empatia e quello di amicizia, che ci permette di guardare ai sentimenti umani in modo davvero singolare. In un mondo sempre meno tollerante verso la diversità, in cui è lo stesso concetto di integrazione ad esser messo in dubbio, Wonder è una piccola rivoluzione culturale. Proprio per questo consigliamo di portarlo a scuola.
Wonder, che in italiano significa “meraviglia”, è la rielaborazione dell’omonimo romanzo scritto da R.J. Palacio che racconta la coinvolgente storia di August Pullman, detto Auggie, un bambino di undici anni colpito da una grave malattia congenita che gli impedisce una vita normale. Il ragazzo deve subire moltissimi interventi chirurgici nel tentativo di risolvere la sua malformazione craniofacciale. Per non affrontare la derisione degli altri bambini non frequenta la scuola, vive in casa dove la madre cura personalmente la sua formazione. Dopo i primi anni però i genitori decidono di inserirlo tra i suoi coetanei e lo iscrivono alla Beecher Prep School, una scuola pubblica locale. Auggie si rivela subito un bravo studente, ma vive emarginato e isolato da tutti, anche durante il pranzo nessuno si siede al suo tavolo. I ragazzi lo prendono in giro per la sua apparenza, solo Jack stabilisce con lui un legame di amicizia. Alla fine dell’anno scolastico Auggie diventa, però, un modello da imitare. L’affetto della famiglia, il coraggio e l’incantevole simpatia, lo hanno aiutato a trovare un posto nella società e nel cuore degli amici.
Una storia costruita come un insieme di pennellate intense e profonde. Partendo da un fatto realmente accaduto, Wonder ci proietta nella vita della famiglia Pullman, che si trova ad affrontare i problemi del figlio August. Nato con la sindrome di Treacher, il ragazzo nasconde il viso in un casco spaziale diventando prigioniero della propria diversità. A causa delle molte operazioni chirurgiche è costretto a vivere chiuso in casa. Ma un giorno arriva per August il momento di frequentare la scuola insieme ai ragazzi della sua età. Con dignità e fierezza, entra nella scuola come un cosmonauta. Sostiene gli sguardi stupiti e spaventati degli alunni e degli insegnanti, si reca alla mensa per consumare i pasti anche se tutti lo rifiutano, partecipa con coraggio al campeggio organizzato dalla scuola. Sogna di volare nello spazio pronto a installare la sua bandiera nell’universo dimostrando che non è possibile uniformarsi quando si è nati per essere diversi. «Non puoi nasconderti se sei nato per emergere», è la frase che la sorella rivolge a August confermando che tra le cose che rendono l’essere umano una persona c’è la solidarietà, il coraggio e l’amicizia. Racconto singolare quello del regista Stephen Chbosky, che non si ferma sui facili moralismi ma ci proietta versi buoni sentimenti con un preciso scopo educativo.
di Antonio Gentile