A cura del Cav. Gr. Croce Prof. Zef Bushati (Tirana)
Presidente Vicario della Democrazia Cristiana Internazionale (I.D.C.)
< Zef Bushati – Dal passato al presente: l’attualità della Democrazia Cristiana oggi alla luce del pensiero di Don Luigi Sturzo > (seconda parte).
“Il tempo passa inesorabilmente; il suo scorrere lento segna ritmi dell’evoluzione socio-politica degli Stati e dei Popoli” (riflessione personale).
Il pensiero di Don Sturzo è chiaro e trova la sua forza nella Dottrina Sociale della Chiesa che non è una ideologia, né una filosofia, bensì una visione dell’uomo basata sulla fede in Gesù Cristo, rivelata da Dio Padre nel suo Figlio incarnato, morto e risorto e che la Chiesa Cattolica insegna e professa con l’assistenza dello Spirito Santo.
Purtroppo, il pensiero di Don Sturzo non è stato sempre capito, né valorizzato nella sua totalità.
Ma sono profondamente convinto che attualmente, in questo preciso periodo storico, Don Sturzo ha da dire qualcosa di importante a noi ed ai nostri giovani.
Una delle tante affermazioni che mi portano a riflettere, è tratta dagli ultimi scritti di Don Sturzo.
Le sue parole sono dense di una speranza rivolta al futuro delle generazioni; oserei dire, ai protagonisti dello Stato, alle singole persone, al popolo.
Così scrive:
“Ho avuto sempre fiducia e speranza nell’avvenire. Un avvenire prossimo o remoto, non importa.
Spero che i cattolici riprendano coraggio, curando di essere se stessi… affrontando le difficoltà che la vita stessa impone e soprattutto correggendo gli errori del recente passato che ne hanno alterato la linea”
Queste parole, piene di una speranza lungimirante verso le nuove generazioni, richiamano alla mia mente, alla mia coscienza di cristiano impegnato, la parabola del buon seminatore.
La Parola di Dio cade in terreno fertile e può portare frutto.
Quella crescita che permette ad ogni individuo di essere uomo, cristiano e poi – con una solida formazione – protagonista attivo della vita politico-sociale, per essere luce e sale e costruire una società che garantisca il bene per la persona e per il popolo.
Don Luigi Sturzo fu missionario del suo tempo, nel mondo politico e per il mondo politico, applicando concretamente i principi della Dottrina Sociale della Chiesa.
Principi che ogni cristiano dovrebbe, coraggiosamente, vivere e testimoniare.
La visione e la dolorosa constatazione della miseria nei quartieri popolari romani fu la scintilla che motivò e – credo nell’attuale contesto storico, alla luce delle nuove povertà – dovrebbe oggi come allora guidare l’azione ed il servizio verso i tanti uomini bisognosi ed in necessità.
C’è una differenza fra l’insegnamento della filosofia e l’applicazione della Dottrina Sociale della Chiesa?
Credo proprio di sì!
Don Sturzo preferisce una “cristallina testimonianza dei cristiani coerenti”; questo era il suo modo di amare Dio ed il prossimo, soprattutto i più deboli e poveri.
Il pensiero e l’azione politica ed economica di Don Sturzo, è lo sviluppo della Rerum Novarun.
Da questa Enciclica prenderà forza e visibilità, nel 1919, la nascita del Partito Popolare Italiano.
Questa realtà contribuì incisivamente ad una svolta della sua vita di sacerdote, che alla luce della Dottrina Sociale della Chiesa, lo portò a difendere l’uomo e la sua dignità nelle svariate sfaccettature sociali.
Anche oggi, nelle diversificate situazioni socio-politiche, dovrebbero porre a noi tutti, con grande chiarezza e determinazione, la necessità di preservare la persona, la sua dignità, la sua libertà.
Ma il termine preservare che significato assume nell’attuale contesto politico-sociale?
Preservare la persona, è permettere di sviluppare le società intermedie che non derivano dallo Stato, ma sono cellule primordiali della società: la persona, la famiglia, la società, lo Stato.
Ma Don Sturzo, metterà sempre al centro del suo impegno lo sviluppo integrale della persona e non solo l’economia, intesa dunque come sviluppo, come dimensione volta alla promozione del singolo e di tutto l’uomo.
Così come espliciterà Paolo VI nella “Populorum Progressio”, risultato dello sviluppo dell’intelligenza, della libertà, della volontà, della responsabilità, della legalità.
In questa visione di sviluppo d’insieme troviamo lo scopo della sua alta azione sociale e di lotta contro l’analfabetismo, creando scuole civiche e professionali per tutti.
Che strano! Forse anche oggi è necessario ridare una formazione civica e scolastica ai nostri giovani, non creando sussidi, come sentiamo da più parti proporre, ma offrendo una formazione atta a creare menti pensanti, protagonisti di una società politica che risponda alle necessità del Paese nello spirito dell’Europa Unita.
Tale capacità e speranze possono attuarsi se si ha il coraggio e la costanza di guardare in alto.
La realizzazione di tutto ciò può nascere da scelte coraggiose, senza pregiudizi, nè preconcetti, tese al pieno riconoscimento ed della difesa dei diritti dell’uomo.
L’identità del pensiero socio-politico dei cattolici nasce dal rispetto degli organismi naturali: l’uomo, la famiglia, la società.
“La libertà esige verità” e raggiunge la sua perfezione quando è ordinata a Dio e quanto più si fa il bene.
Quanto più si opera il bene, tanto più si diventa liberi.
Possiamo dire allora che non c’è vera libertà se non al servizio del bene e della giustizia.
Per fare ciò è necessario avere la fortezza che è una delle virtù cardinali (prudenza, giustizia, fortezza, temperanza).
E’ la virtù morale che nelle difficoltà assicura la fermezza e la costanza nella ricerca del bene.
A completamento, la Giustizia è la virtù morale che nella costante e ferma volontà di dare a Dio ed al prossimo ciò che è loro dovuto.
In conclusione, possiamo dire che, oggi come nel passato, dobbiamo far si che la Democrazia Cristiana riprenda la sua vitalità ripartendo dalle indicazioni fondamentali date dalla lungimiranza di Don Luigi Sturzo, il quale vedeva nella persona, nel cristiano, nel politico, il costruttore di una società aperta ai valori veri della vita.
Tale comportamento è simile allo scriba divenuto discepolo del regno dei cieli, simile ad un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche (Mt 13,52).